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C'era una volta il motocross, a Gioiella la settima tappa del campionato nazionale d'epoca

Domenica 15 settembre la gara. Nel paddock una vera e propria mostra a cielo aperto. Le storie di moto e piloti

Non il paddock di una gara di motocross ma un vero e proprio museo a cielo aperto, con una straordinaria mostra di moto d’epoca accompagnata da una meravigliosa galleria di personaggi.
Così si è presentata l’area dei box del crossodromo internazionale di Gioiella, intitolato a Vinicio Rosadi, alla vigilia della settima e penultima prova del campionato italiano di motocross d’epoca, in programma oggi, domenica.
Oltre 150 piloti, provenienti da ogni angolo della penisola, si sono ritrovati nell’area del Trasimeno, accompagnati da un magnifico sole estivo, per la gara delle moto d’annata che, dalle 11.00 di domenica 15 settembre, andrà in scena sui saliscendi di Gioiella. Ma, prima che la competizione diventi protagonista, c’è stato appunto spazio per ammirare un patrimonio di storia e tecnologia.
Grande ammirazione per la Guzzi 175 del ’64 del piemontese Gianfranco Colombari, con i suoi 73 anni il concorrente più “maturo” ma anche leader della categoria che raggruppa, appunto, le moto e i piloti più anziani. Il mezzo è frutto dell’elaborazione di uno Stornello 125 da strada: “Mio fratello Giancarlo cominciò trasformando una Guzzi per sé; poi vinceva, altri piloti gli chiedevano di preparare la moto e così avviammo una piccola attività. Questo esemplare è stato sempre nostro, di famiglia. Quest’anno, finora, le cose sono andate bene, spero di chiudere in bellezza il campionato, anche se mi preoccupa la norma che, a 75 anni, non mi consentirà di prendere più la licenza: la Federmoto dovrebbe prorogare il termine”.

Festeggia i 55 anni anche la BSA 441 4 tempi del friulano Enzo Quarin, 73 anni come Colombari, ma di qualche mese più giovane dell’avversario (ed amico). Quarin è stato campione italiano 2018 ed ha disputato quest’anno anche l’europeo, con trasferte in Francia ed in Repubblica Ceca, terminando a metà classifica, sempre con la fida BSA. “Questa moto ha dominato la scena mondiale fino alla metà degli anni ’60, quando dall’est europeo arrivarono le CZ, più leggere e più potenti” rievoca Quarin. “Questo esemplare è appartenuto ad un pilota svedese, Amberndtssons, poi era finita in Australia, infine è tornata in Europa”.
E nel “museo” di Castiglione del Lago non poteva mancare proprio la CZ, fabbricata nell’allora Cecoslovacchia ed affidata ai piloti di quello stato che viaggiavano per le gare internazionali sotto stretto controllo di esponenti del regime al fine di evitare tentazioni di espatrio. La CZ è stata portata a Gioiella dal toscano Stefano Morini, una 360 del ’69, ovvero di un’epoca in cui già i fuoriclasse belgi si erano indirizzati verso questa moto. “Queste moto vennero in seguito ribattezzate Faltowska, presero cioè il nome – spiega Morini – dal fuoriclasse Jaroslav Falta, soldato dell’esercito cecoslovacco, che solo a causa di una combine ordita per far vincere il sovietico Moiseev, non riuscì a coronare il suo sogno mondiale”.

Grande attenzione, ovviamente, sulla pattuglia umbra, idealmente guidata da Silvano Fratini, 70 anni di Panicale, ritornato alle competizioni per disputare il tricolore a Gioiella. Il grande campione degli anni ’70 è apparso concentratissimo, quasi emozionato, ed ha messo in mostra una Beta 250 del ’79.

A Gioella c'era una volta il motocross

Prima gara con le moto d’epoca, invece, per Francesco Fagiolari, 45 anni, di Città della Pieve, da oltre venti portacolori del Moto Club Trasimeno. Fagiolari, che disputa abitualmente il campionato con le moto attuali, ha acquistato una Kawasaki 125 dell’89 ovvero l’anno in cui cominciò a correre sia per la curiosità di utilizzare mezzi d’annata sia per il piacere di schierarsi al via a Gioiella.
E’ invece un habitue del motocross d‘epoca il ternano Luca Cardoni, dirigente Federmoto, che si schiera con una delle poche moto non restaurate ma, semplicemente, conservate. Si tratta di una Maico 250 del ’79 il cui precedente proprietario aveva usato per muoversi sulle colline sovrastanti Spoleto.

Un’autentica rarità è, infine, la Yamaha 250 del ’74 del collezionista Giancarlo Gattobigio, di San Fatucchio, moto di cui esistono pochissimi esemplari e che è caratterizzata da preziosi elementi da competizione. L’elegante prodotto della casa dei tre diapason non si vedrà in pista ma rimarrà solo in esposizione.
Il programma prevede per domenica le prove ufficiali e di qualificazione dalle 9.00 alle 10.30 e gare dalle 11.00 alle 12.40 e dalle 14.30 alle 16.10. Ingresso: biglietto intero, Euro 15.00; ridotto, ragazzi e soci Federmoto, Euro 10,00.  

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