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Perugia, parla Iemmello: "È vero, c'era il Parma, ma certe critiche... Cosmi? È buono"

L'attaccante in quarantena si gode la famiglia e torna sugli ultimi giorni del mercato di gennaio: "Ora sono qui, magari scopriremo che è andata bene così. Col mister bel rapporto, mai fatto casino per il modulo. Anzi, con Falcinelli e Melchiorri vicino..."

Con il pallone rimasto in magazzino in attesa che finisca l'emergenza coronavirus, Pietro Iemmello approfitta della quarantena per godersi la famiglia e fare un bilancio di quella che è stata finora la sua esperienza, senza rinunciare a togliersi qualche sassolino dalle scarpe e con la mente proietta a quello che sarà il finale di stagione.

"Sfrutto questo tempo per stare con la famiglia - racconta il bomber -, anche perché prima della Salernitana eravamo stati in ritiro e lo avevo potuto fare poco. Poi cerco di mantenermi in forma, ho la cyclette e e degli attrezzi per esercizi di forza e mantenimento. Seguo i programmi dei nostri preparatori per farmi trovare pronto quando si ripartirà anche se penso che bisognerà prendersi il tempo che serve: la situazione è difficile per tanti italiani che stanno perdendo la vita, stiamo affrontando un problema importante e viene prima la salute". E nella battaglia al coronavirus 'Re Pietro', ragazzo del sud, ha deciso di impegnarsi in prima persona con una raccolta fondi per l'ospedale 'Pugliese' della sua Catanzaro: "Al sud siamo messi male, in Calabria ci sono solo 107 posti di terapia intensive e speriamo che non ci saranno tanti contagiati anche giù".

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'Re Pietro' non si nasconde poi quando si torna agli ultimi giorni di gennaio, gli ultimi della finestra invernale di calciomercato, quando c'è stato il rischio concreto che il Grifo perdesse il suo bomber: "Non mi nascondo, c'è stata una trattativa ma è nata qualche giorno prima del 31 gennaio. Il Perugia non ha mai voluto cedermi, ma nemmeno ha detto di non voler ascoltare alcuna offerta e se ne fosse arrivata una vantaggiosa credo che mi averebbe giustamente ceduto. Il Pescara? Prima c'è stato il Parma e io capisco che tifosi e società erano preoccupati di una mia eventuale partenza, come il mister Cosmi che mi ha chiesto di restare, ma si parlava di Serie A.  Ora però sono qui e per carattere sono uno che non pensa troppo al futuro, per come sono fatto mi farei sempre dei contratti annuali anche se va contro gli interessi di un calciatore".

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A non andargli giù sono state poi alcune critiche: "Mi ha dato fastidio essere descritto come uno che faceva casino perché volevo giocare da solo in attacco. È vero che nasco come un centravanti da 4-3-3, ma il 3-5-2 mi piace molto e preferisco avere qualcuno vicino magari come Diego (Falcinelli, ndr) che si sacrifica correndo per 13 chilometri a partota e magari mi evita una rincorsa in più, o come Federico (Melchiorri, ndr) che va in profondità e apre gli spazi. Prima mi capitava anche di non toccare palla per 70', da quando giochiamoc on due punte invece ho avuto molte più occasioni". Non se la prende invece con chi gli 'rimprovera' di aver segnato 9 dei suoi 17 gol su rigore: "Quello dà più fastidio a me che vorrei farne di più su azione, ma anche quelle dal dischetto sono reti che portano punti al Perugia".

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