Lettera aperta al Pd: "Caro Partito Democratico ti scriviamo, così proprio non va"
Abbiamo deciso di scrivere al Partito Democratico. Un lettera schietta, senza peli sulla lingua in cui tracciamo quella che secondo noi è la strada da intraprendere. Abbiamo sottolineato le criticità fin qui incontrate perchè il PD siano noi, e vogliamo contribuire alla sua rinascita. Abbiamo indirizzato la lettera ai vertici nazionali e regionali inviandola a Maurizio Martina, @MatteoOrfini, alla reggenza del Pd dell'Umbria e al Segretario Provinciale Leonardo Miccioni. Questo il nostro appello per un nuovo protagonismo del Partito Democratico Caro PARTITO DEMOCRATICO, Abbiamo deciso di scriverti e scriverci questa lettera esattamente come si scrive a qualcuno di caro e che si sente parte integrante della propria quotidianità. Abbiamo deciso di farlo raccontandoti la nostra esperienza, quella che ci porta a dirti che noi Siamo “Un’altra cosa!”. Ultimamente questa frase è sempre più abusata da ogni parte politica sia di maggioranza, sia di opposizione. Il momento storico che stiamo vivendo è unico e, se letto e interpretato bene, ricco di opportunità. La Sinistra tutta e in particolare il PD ha la possibilità di ripartire, ricrearsi, rifondarsi. Perché ciò avvenga, non deve però sperare in una disfatta dell'attuale maggioranza, ma entrare in una logica di ricostruzione lunga 5 anni, in cui con passo costante e inesorabile riconquisti credibilità, soprattutto nei confronti di quella base elettorale che con forza ha espresso tutto il suo dissenso e, stordita dalle lotte interne al partito, non ha saputo leggere anche le cose buone fatte. Fin dalla tua nascita caro PD ci siamo impegnati nelle tante battaglie fatte, mettendoci sempre la faccia e soprattutto il cuore. Siamo cresciuti e abbiamo acquisito competenze e nuove conoscenze. Abbiamo studiato tanto e stiamo continuando a farlo perché siamo convinti che soltanto facendo ciò, possiamo svolgere a pieno il ruolo che ricopriamo. Studiamo perché solo acquisendo maggiori conoscenze possiamo provare a dare risposte ai territori in cui viviamo, risposte che sono sempre più difficili, perché difficili e complicate sono le problematiche che gli italiani si trovano a vivere. Non ci siamo mai tirati indietro, neanche quando il clima politico si faceva duro, irrispettoso e a volte contraddistinto da toni inaccettabili. Non ci siamo tirati indietro difronte agli insulti che spesso ci venivano urlati in faccia e sul web, prendendoci responsabilità che spesso nemmeno ci competevano. E lo rifaremmo. Perché far parte di questo partito che in realtà è una comunità di donne e uomini, ci rende fieri. Abbiamo sempre pensato che far parte di una grande comunità come quella del Partito Democratico fosse fonte di orgoglio. E lo pensiamo ancora. Amiamo questa comunità fatta di persone oneste, laboriose, che mettono il cuore in ciò che fanno e che si mettono a disposizione della collettività per costruire un’Italia migliore soprattutto per le prossime generazioni. E proprio per questo non possiamo esimerci dal dirti e dirci cosa non ha fin qui funzionato. Siamo nati come forza progressista che si muoveva da basso. Eravamo la voce degli ultimi, di coloro che volevano veder scomparire le discriminazioni, i soprusi. Eravamo il punto di riferimento di quelle classi sociali che hanno sempre dovuto lottare per vedere riconosciuto ciò che invece per qualcuno era scontato come semplice rendita di posizione. E dobbiamo ambire ad esserlo ancora. Ma allora cos’è che non ha funzionato? Perché siamo oggi percepiti come il partito delle élite, dei pochi e dei privilegiati? Abbiamo perso la bussola, smarrendo la nostra identità. Quello che siamo è scritto nel nostro DNA, ma abbiamo smesso di parlare al paese, soprattutto a quella parte di paese che avevamo l’ambizione di difendere ed elevare per una società davvero equa, meritocratica e senza privilegi dettati dalla posizione. Abbiamo nei 5 anni di governo condotto battaglie e fatto riforme che questo paese attendeva da 30 anni. Ma abbiamo smesso di parlare, tant’è che le nostre riforme sono rimaste inascoltate e incomprese, sebbene molti ne traggano giovamento senza nemmeno saperlo. Ma abbiamo anche lasciato indietro tanti, troppi temi. Ci siamo chiusi dentro i palazzi a parlare ai pochi addetti ai lavori. È ironico come quanto oggi sta succedendo a livello nazionale noi a Deruta, il nostro Comune, lo abbiamo già vissuto. Ci sentiamo infatti precursori di una crisi di partito che noi stiamo superando e vogliamo dirti come. Dopo la vittoria dell’attuale Sindaco nel giugno 2017, e una disfatta per la Sinistra locale, invece di cercare mille scuse, il PD di Deruta ha fatto una cosa rara in Italia: ha fatto autocritica, ha ammesso le proprie responsabilità e soprattutto ha guardato al futuro. E’ ripartito con una Segreteria nuova, senza rinnegare il passato, che ha iniziato una nuova stagione, fatta di incontri nelle piazze, nei bar, nei circoli, nello sport, per arrivare in Consiglio Comunale con un'opposizione che non fa sconti, leale e intransigente ma anche propositiva perché ci sta a cuore il nostro paese. Forse il PD Regionale e Nazionale dovrebbe guardare a questa piccola realtà, in cui un gruppo di persone ha deciso di guardare al futuro, credendo fortemente che la politica è passione, studio e impegno quotidiano. In un momento storico in cui contano di più i Like dei propri follower ad una foto, in cui basta scrivere e urlare sui social che “noi siamo la parte buona", il nostro modo di fare politica può sembrare anacronistico e perdente. Noi sappiamo che solo un'attività costante e quotidiana con le persone in ogni luogo, continuando le proprie professioni e attività lavorative, dialogando con tutti ma fedeli ai propri valori, potrà riportare il dibattito politico al suo scopo principale: migliorare la vita di una comunità, sia essa un paese, una città o uno Stato intero. Il clima sia locale che nazionale ci preoccupa, perché dietro un buonismo ed un entusiasmo da social, si cela secondo noi un vuoto e un’incapacità di programmare il futuro. Il PD e la Sinistra hanno il dovere di ritornare a essere portavoce di parole come Legalità, Giustizia, Futuro a difesa dei più deboli. Noi a Deruta abbiamo questa visione, ci crediamo e, se anche il cammino è ancora lungo, nella nostra comunità le persone sembrano apprezzare il nostro cambio passo. Ce lo dimostrano, non tanto i Like sui social, ma le tante chiacchierate faccia a faccia, magari con una birra in mano, in cui anche con dibattito acceso, si progettano attività e iniziative essenziali per i prossimi anni. E quando sarà il momento, perché arriverà, in cui riprenderemo con responsabilità il governo della comunità, saremo pronti e preparati, non improvvisati… e li si che lo diremo con forza e cognizione di causa...Siamo Altra Cosa! Abbiamo cambiato pelle scegliendo di essere “Altra Cosa”. Ed è per questo che vogliamo dirti che non siamo più disposti a perpetuare gli errori passati. Basta con il partito elitario che parla ai pochi. Basta col chiudersi dentro ai palazzi o alle sedi di partito a parlare solo tra addetti ai lavori. Basta al partito dei pochi e al correntismo esasperato che ha incancrenito il dibattito facendoci perdere la nostra identità. Basta con i finti congressi e con le finte discussioni. Basta concentrarci sul CHI. Non ci interessano i nomi. Noi vogliamo parlare del COME. Basta con le rendite di posizione. Vogliamo meritocrazia e vogliamo un partito che dia a tutti le stesse possibilità di crescita e di affermazione. Non tollereremo più un partito in cui la parola di qualcuno conta più della parola di qualcun altro. Non accetteremo più un partito che somiglia sempre più a un comitato elettorale. Non accetteremo più la voce grossa e le minacce velate di qualche maggiorente che non riesce nemmeno a comprendere quando è ora di farsi da parte perché l’impegno politico si può perpetuare anche dalle seconde file e non sempre da protagonista in ogni campagna elettorale. Non permetteremo più che intere generazioni vengano escluse dal dibattito e soprattutto dalla possibilità di prendersi le responsabilità e partecipare in prima persona alla vita politica ed amministrativa. Le classi dirigenti vanno cresciute, responsabilizzate e poi lasciate libere di mettersi in gioco. I fans club e i gruppi organizzati non sono accettabili. Vogliamo le correnti di pensiero che arricchiscono il dibattito e creano il terreno favorevole al cambiamento del paese. Ma abbiamo assistito al correntismo dei leader perpetuato semplicemente per mantenere le rendite di posizione di pochi. E questo non lo accetteremo più. Tu PD non sei dei leader che rappresentano le correnti. Sei dei militanti ed è per questo che devono tornare loro ad essere protagonisti. Sei della comunità che deve sentirsi libera di potersi rivolgere a te per venir riconosciuto un diritto o per far venir meno un privilegio. Torniamo ad essere la forza riformista che ha l’ambizione di cambiare il paese. Diversamente, se vorremmo ancora perpetuare negli errori passati, facciamoci da parte. Vuol dire che non siamo all’altezza delle sfide che ci attendono. E un monito a chi pensa ancora di poter fare il proprio comodo usando il nostro partito per un proprio tornaconto personale: giù le mani dal PD. Caro PD speriamo davvero che tu sia disposto a cambiare pelle. Noi ci siamo con tutto l’entusiasmo e l’impegno necessari. Ma questa volta non staremo zitti. Questa volta no! Con affetto Il Segretario del Pd di Deruta Marco Marchettini I membri della Segreteria TIZIANA CHIODI, ROSALBA CHIUCCHIÙ, DEVIS CRUCIANI, MIRCO FOCHINI, ELUSABETTA FRANCIOSINI, JACOPO MASSINELLI, DANIELE MOSCHINI, MATTEO PEPE, LUCA PREGOLINI.