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La lettera: "Io, te e i nostri meravigliosi giorni a Perugia. Ti amo, perdonami"

"La luce sbiadita di questo ottobre agonizzante mi ha riportato allo splendore dei nostri giorni e mi ha spinto a compiere questo gesto plateale che spero scuserai"

“Non riesco ad immaginare nulla con qualcuno che non sia tu. Non mi rassegno a credere che il nostro tempo sia finito per sempre, che tutto sia destinato ad essere un amaro ricordo”. Una lettera, una lunga dichiarazione d’amore per riconquistarlo. Riceviamo e pubblichiamo il messaggio di G.P. che ora vive in Belgio, ma che non ha mai dimenticato il suo ex compagno G. e il tempo passato insieme a Perugia. “Vorrei rimediare alle mie azioni, rifare tutto daccapo, estirpare le chimere e nutrire le vere speranze. Vorrei che potessimo ritrovare tutto l'amore che per questi lunghi e felici anni ci ha accompagnati”.

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"Un gelato con tanta panna, un cocktail con tanto rhum, una stanza con tanto amore...". Ho qui con me, in questa terra straniera, i tuoi biglietti, le tue parole. Non so se leggerai mai questo messaggio, e non voglio nemmeno immaginare la tua reazione.

Ahimè, se solo fosse possibile fermare la folle corsa del tempo e tornare a quei dolci giorni! Ogni attimo è scolpito nella mia memoria, ogni sorriso è impresso sul mio cuore. Mi ci è voluto tanto tempo per capire i miei errori, per riconoscere la bellezza della semplicità, e l'unicità della quotidianità. Ancora più tempo ho impiegato a constatare che io sono una persona comune, che a volte alcuni progetti non si realizzano (ed è forse meglio così), che un bilocale può essere più accogliente di una reggia. Desideravo fuggire, saltare da una casella all'altra, non mettere radici. Coltivavo ambizioni fumose; accecato, ho dimenticato che il progetto più importante era accanto a me. Vorrei rimediare alle mie azioni, rifare tutto daccapo, estirpare le chimere e nutrire le vere speranze. Vorrei che potessimo ritrovare tutto l'amore che per questi lunghi e felici anni ci ha accompagnati.

Il passato, è crudelmente lapalissiano, non può essere cambiato. Lo si può però ricordare. Ed io ricordo sempre, ogni giorno ed ogni ora, i nostri giorni e le nostre ore. Ricordo le passeggiate autunnali, i viaggi estenuanti, il pellegrinaggio a Loreto. Ricordo le cene, e le tue lasagne, e l'indolenza, e i rimproveri, e i caffè, e gli infiniti mal di testa. Ricordo le fantasie, gli abbracci, le lunghe notti al caldo. Ricordo la nostra casa perugina, i nostri baci, i nostri segreti, tutto il nostro tempo. Ricordo e rimpiango ciò che ho frantumato in uno sciocco delirio. Quanti sono i pezzi? Si possono restaurare? Sono stati almeno catalogati?

Non ti sento da cinque mesi e mi domando se tu abbia definitivamente rinunciato, se tu abbia rimosso ogni cosa, se nuove persone agitino i tuoi sogni. E' probabile che sia così, tanto grande è stato il dolore causato. Ma forse dentro di te sai, amore mio, che non avrei mai voluto ferirti. Forse riuscirai a riconoscere che quel mio grande smarrimento non può farti dubitare della sincera bellezza dei nostri anni, della forza dei nostri sentimenti. E' facile sia esprimere giudizi che ascoltare le duecento opinioni di cento teste, ma tu ed io sappiamo bene, siamo gli unici a saperlo, cosa c'è stato tra di noi, e quanto importante era il nostro rapporto. E' vero, ero io il più fragile. Ero il più bisognoso, il più complesso. E sono stato sempre io ad imbrattare la santità del nostro amore. Ed ancora, anche questo lo riconosco, è forse più semplice chiedere il perdono che concederlo.

Ho smesso di cercarti e non capivo se era davvero quello che volevi. Non capivo cosa volevi che io facessi a quel punto. Adesso mi rendo conto che avrei solo dovuto implorare perdono senza alcuna riserva, senza alcuna vile giustificazione, senza alcuna orgogliosa opposizione interna. Senza sminuire la mia colpa, riconoscendone la gravità e l'immoralità.

Se tutto fosse come doveva essere, ora si appresserebbe il quinto Natale assieme a te. L'ultimo prima del nostro incontro, quello del 2012, eravamo solo dei ragazzini. Siamo cresciuti assieme,  mi sono laureato con te, i momenti più importati della mia vita li ho trascorsi con te. Non riesco ad immaginare nulla con qualcuno che non sia tu. Non mi rassegno a credere che il nostro tempo sia finito per sempre, che tutto sia destinato ad essere un amaro ricordo.

La luce sbiadita di questo ottobre agonizzante mi ha riportato allo splendore dei nostri giorni e mi ha spinto a compiere questo gesto plateale che spero scuserai. Ora, però, senza alcuna remora, ti chiedo perdono per le mie distrazioni, per le mie disattenzioni, per le mie parole superficiali, per i miei atti, per tutto il tuo dolore.

Concludo con un verso di un celebre tango a me tanto caro: "Quien sabe si supieras que nunca te he olvidado, volviendo a tu pasado te acordarás de mí".

Ti amo.

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