ANDIAMO AL CINEMA “La sala professori” di Ilker Çatak
Il compito di educare, rispettando culture e dignità
Carla Nowak è una giovane insegnante ben preparata e volta al suo compito inderogabile: educare i ragazzi nel rispetto e nell'attenzione alla persona, specie in una scuola multietnica come quella tedesca.
La sua ricerca della verità, in un contesto segnato da furti di oggetti e denaro, la porta a lasciare un'esca con la piccola telecamera del suo pc. Idea che la avvicinerà al vero, ma al contempo scatenerà reazioni indignate a catena tra docenti, genitori e alunni, pronti a difendere i loro gruppi identitari perdendo di vista il ruolo di educatori.
Solo Carla, resistendo a tutte le violente pressioni che cercano di spazzarla via, terrà la barra dritta sull'obiettivo professionale e umano di tutelare ed educare i minori.
Candidato all'Oscar come miglior film straniero, La sala professori è un thriller sociale teso e inquietante. Una radiografia impietosa ed esasperata dei fragili equilibri nella gestione del sistema scolastico. Ma, più ancora, un apologo della nostra società in cui la verità è sempre celata o inquinata e gli interessi di categoria, di gruppo si intrecciano con derive razziste e individualismi pericolosi.
È una società frantumata nella quale, sfumati i rapporti di classe, le dinamiche si fanno comunque conflittuali, le regole appaiono in crisi e a volte controproducenti, la solidarietà è merce rara quanto il senso di responsabilità morale.
Una visione cupa, restituita nel formato quadrato sempre più in voga, adatto a limitare la spazialità e rendere angusti persino i tentativi coerenti e quasi eroici della protagonista, praticamente isolata nella folla ostile degli interessi particolari.
Il film di Çatak fa pensare sempre, anche quando rasenta l'ambiguità e ti costringe a cercare la bussola, quasi fosse quel cubo di Rubik usato dalla prof, e resta addosso allo spettatore per qualità di ritmo e di stile.
