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Verso le elezioni - Vittoria Ferdinandi apre il comitato elettorale: "La nostra casa per un'idea diversa della città"

La candidata sindaca: "Non tagliamo nastri per scelta politica, ma ricuciamo rapporti con territori e persone"

Vittoria Ferdinandi ha suscitato un deciso risveglio nella sonnolenta Perugia, almeno in quell'area di riferimento che potremmo genericamente definite di centrosinistra, aprendo la stagione di una nuova partecipazione.

Non per niente, come ha raccontato lei stessa inaugurando il comitato elettorale a Pian di Massiano, viene fermata negli incontri con i cittadini e qualcuno esterna l'emozione di "essere tornata a casa, quella casa di cui avevamo ancora le chiavi, ma da cui ci eravamo allontanati, con tanta nostalgia, strappati da un amore mai sopito".

Giovani, meno giovani, volti sconosciuti e volti che frequentano la politica perugina da decenni. Sicuramente un altro passo rispetto a cinque anni fa con la candidatura di Giubilei. Vittoria Ferdinandi è perugina e vive la città e le sue dinamiche. E questo non è una cosa di poco conto. La sua campagna elettorale inizia con l'incontro delle persone e la sede inaugurata oggi va in quella direzione: confronto e ascolto.

"Anima Perugia ha la sua casa, per ospitare quell'enorme condominio di alleanze che mi sento di ringraziare - ha detto la candidata sindaca - un luogo di incontro e di crescita per la città, aperto a tutti e tutte, per costruire un nuovo sguardo civico in una sorta di mosaico che comporrà la nuova idea di città. Un'idea che nasce insieme, perché nessuno si salva da solo o facendo politica chiusi nei palazzi".

Vittoria Ferdinandi insiste su aggettivi e sostantivi come "buio", "feroce", "isolamento", "lontananza", come a voler rimarcare un colpevole immobilismo di questi anni di governo del centrodestra. "Noi oggi non tagliamo alcun nastro per scelta politica - dice Ferdinandi - Anzi, legheremo dei nastri a simboleggiare la volontà di riannodare e ricucire le ferite della nostra città".

Vittoria Ferdinandi è una filosofa e parla come tale più che da politica. Resta da capire se la sua è un'utopia, una fascinazione della partecipazione dal basso, lei la chiama "partecipazione sostanziale", oppure un possibile futuro, politicamente realizzabile.

Solo ad urne chiuse si saprà se questa strategia è questa idea avranno pagato (almeno in termini elettorali).

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