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Umbrialibri 2011, appello a Napolitano: "Anche donne nel Governo"

Nel corso dell'ultima giornata di Umbrialibri, dedicata interamente all'universo femminile, le donne sono state analizzate in base al loro rapporto con la politica e il potere

Durante un incontro che si è svolto domenica a Perugia al Teatro Pavone, coordinato dalla giornalista Ritanna Armeni, ne hanno discusso la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini e l’esponente del Partito Democratico Giovanna Melandri.

L’appuntamento è arrivato proprio nel corso di una giornata importante per la politica italiana, ovvero nel giorno successivo alle dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e di conseguenza durante la fine di una lunga stagione politica, oltre che nelle ore in cui il Capo dello Stato ha iniziato le sue consultazioni per la formazione di un Governo tecnico.

Dal palco del Pavone lo hanno ricordato, inevitabilmente, tutte le protagoniste del dibattito. Il primo appello è stato dunque rivolto al prossimo nuovo Governo: “Facciamo appello alla sensibilità di Giorgio Napolitano – ha affermato la presidente Marini – per far richiamare l’attenzione sulle competenze e sulle professionalità, e chiediamo a chi dovrà formare il nuovo Governo di guardare anche nella vasta platea femminile e alla qualità delle politiche territoriali svolte finora. Speriamo che i futuri provvedimenti vadano nella direzione giusta, intanto noi, con i governi regionali, continueremo a fare la nostra parte”.

Di responsabilità della politica ha poi parlato la Polverini: “Non è la prima volta – ha detto – che il nostro Paese, di fronte ad una crisi, non è capace di uscire fuori dai problemi attraverso la politica, ma deve ricorrere a governi tecnici. L’Italia deve ora anche riflettere su quanto il contributo delle donne sia stato e debba essere, ancora di più in futuro, fondamentale. La preoccupazione è anche quella di un Governo tecnico che parte tecnico e diventa poi politico”.

“Lo sforzo che dobbiamo fare – ha dichiarato la Melandri – è quello di mettere in campo idee e modelli femminili. Non ci sarà crescita poi se non riusciremo a far entrare nel mercato del lavoro tutte quelle donne che sono escluse da questo. Senza donne non c’è crescita e non c’è di conseguenza un’immagine nuova nel Paese”.

Anche Ritanna Armeni, tra una domanda e l’altra, ha ricordato come in Italia, salvo rare eccezioni, le posizioni che contano sono occupate prevalentemente da uomini, e per questo il nostro Paese rimane fanalino di coda in questo campo rispetto ai suoi partner europei: "Anche in questo nuovo scenario di uscita dalla crisi troviamo sempre protagonisti gli uomini”; osserva la giornalista, che poi pone la domanda: “La nostra crisi di credibilità quanto è legata al rapporto che il premier uscente ha avuto con le donne?”.

Ed ecco subito la risposta della Melandri: “La misura è colma, ho sentito ripetere continuamente in questi mesi dalla gente e soprattutto dalle donne. Sicuramente per la fine della stagione politica berlusconiana hanno pesato i forti interrogativi posti sulla dignità delle istituzioni e della donne. Il sentimento prevalente è che ora siamo tutti di fronte ad una svolta storica. Ora c’è il campo per la nascita di una destra europea che penso vorrà ricostruirsi, oltre naturalmente anche l’opportunità per noi di centro sinistra di iniziare una nuova fase”.

“Anche noi donne spesso abbiamo potere, ma lo interpretiamo con maggiore responsabilità”, ha poi affermato la Polverini. Forse sarà un caso  ma quando le cose vanno bene mi accorgo che dietro c’è sempre una donna alla guida. Le donne però devono ancora osare di più, fare un salto culturale ulteriore per emergere in questa società”.

Sono quindi le donne di potere, secondo la presidente della Regione Lazio, che devono “dettare la linea e far valere la propria forza istituzionale per creare nuovi modelli. Come presidente regionale – ha aggiunto – mi sto sforzando di mettere sempre in campo nuove e più efficaci misure”.

Anche la presidente della Regione Umbria ha poi sottolineato anche l’importanza delle politiche territoriali per poter uscire da questo momento difficile: “La crisi – ha detto la Marini – non è stata neutra, ed ha avuto come vittime principali, soprattutto in un’Italia con forti debolezze strutturali, proprio le donne oltre che i giovani. Per far ripartire crescita ed occupazione si possono anche associare degli strumenti statali ad integrazione di azioni fatte a livello regionale, che si sono già dimostrate efficaci. In Umbria, ad esempio, utilizziamo incentivi dal Fondo Sociale Europeo per le imprese che trasformano i contratti a tempo dei propri dipendenti da determinati ad indeterminati. Se questi incentivi potessero trasformarsi anche in benefici fiscali sarebbe molto positivo.

L’auspicio – ha dichiarato in conclusione ancora la Marini – è che il possibile Governo tecnico non ascolti solo la grande finanza, ma anche il tessuto di piccole e medie imprese che compongono i vari territori”.

 

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