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Non solo termovalorizzatore, la rivoluzione sostenibile dei rifiuti in 41 progetti. A Perugia super impianto per riciclare 5 tonnellate di pannolini

Ecco tutte le richieste che saranno inviate direttamente dal Ministero della Transizione ecologica (Mite) per ottenere i fondi del Pnrr

Nonostante polemiche e battaglia ideologiche incentrate soprattutto sul nuovo termovalorizzatore da realizzare nel 2030 in Umbria per chiudere il ciclo ed evitare di continuare a mettere i rifiuti in discarica (ormai al limite e queste sì altamente inquinanti e ormai fuori da logiche di paesi occidentali), il piano regionale dei Rifiuti varato dall'assessore all'ambiente Roberto Morroni, dopo le indagini del comitato tecnico scientifico, è incentrato soprattutto nella raccolta differenziata e nel recupero di materia. La dimostrazione di questa priorità emerge forte e chiara dal dossier che la Regione invierà prima all'Auri - i comuni di ambito dell'Umbria - per la definitiva approvazione e poi al Ministero della Transizione ecologica (Mite).

Nel pacco umbro ci sono 41 progetti per un ammontare di circa 152 milioni di euro, con i quali l’Umbria parteciperà ai bandi su economia circolare e rifiuti, pubblicati dal Ministero della Transizione ecologica (Mite). Obiettivo: conquistare le risorse del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per dotare l'Umbria di moderni sistemi per recuperare materiale da rimettere in circolo nell'economia. Eh già perchè ad oggi è necessario in Umbria un deciso cambio di passo sulla differenziata che spesso non è di qualità e non permette un recupero di materiale da riutilizzare. Infatti ad oggi sul 68% di raccolta differenziata soltanto il 50 per cento è l'indice di recupero reale del materiale. Bisognerà arrivare, secondo le disposizione europee, 75% di differenziata per un indice di recupero di materiale 70%. Serve dunque una qualità superiore e questa la si ottiene con nuovi impianti, tutti pubblici. Da qui la gran parte dei progetti voluto dall'assessore Morroni e approvati dalla Giunta tesei.

 “L’Umbria – ha rimarcato il vicepresidente Morroni – concorre ai bandi del Mite con progetti per circa un decimo delle risorse complessive stanziate, pari a un miliardo e mezzo di euro. Tessere di un mosaico che contribuiscono a comporre l’immagine che intendiamo dare alla nostra regione, con un’accelerazione dell’incremento della raccolta differenziata e del recupero di materia ed energia. Uno sforzo progettuale che testimonia la volontà e l’impegno della Giunta regionale perché si intraprenda una strada virtuosa, superando la situazione di arretratezza e recuperando i ritardi di anni”.

 Tre le linee di intervento: la Linea A per il miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, la Linea B per l’ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e la realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata, la Linea C per l’ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili. Inserito nella Linea d’intervento C uno dei progetti più ambizioni e innovativi che permetterà di recuperare un materiale che fino ad oggi finisce in discarica: la realizzazione di un impianto di valenza regionale, proposto su Perugia, per il recupero di Pad, tarato sulle esigenze umbre, che eviterà il conferimento in discarica di 5mila tonnellate di pannolini e altri prodotti sanitari assorbenti all’anno.

Progetti che se tramutati in realtà faranno evitare alla Regione di spendere importanti risorse come accaduto nel 2018, in piena emergenza rifiuti: “Si punta alla creazione di una rete pubblica di impianti – ha detto – con una visione strategica regionale. Un sistema di impianti pubblici dove esercitare attività di pianificazione, grazie al quale saranno evitate crisi come quella del 2018, in cui l’Umbria importava rifiuti da altre regioni ma era costretta a esportare parte di quelli prodotti sul proprio territorio”.

Piena approvazione della Presidente Tesei:  “Regione e Auri hanno svolto un lavoro di squadra molto proficuo; siamo pronti ad affrontare una fase nuova con senso di responsabilità e lungimiranza, sulla base delle conoscenze tecniche e scientifiche". I progetti che presentiamo per accedere ai finanziamenti del Pnrr sono mirati a conseguire gli obiettivi che la Regione si pone, adottando soluzioni efficaci e innovative, rendendo il servizio di gestione integrata dei rifiuti sempre più efficiente e sostenibile”.

Sul fronte della termovalorizzazione si sta lavorando per individuare le aree più consone ad ospitare la struttura - investimento da ammortizzare entro 25 anni - per poi prendere una decisione definitiva.  “Ci proponiamo di diventare una regione capace di competere con i Paesi più evoluti del Nord Europa” ha detto il presidente di Auri, Antonino Ruggiano, che ha sottolineato che “i 41 progetti, frutto di un lunghissimo confronto con i gestori, hanno un’elevata ipotesi di fattibilità e sono in grado di imprimere il cambiamento atteso per il sistema integrato di gestione dei rifiuti. Ora affrontiamo la valutazione da parte del Governo, che ha destinato significative risorse per l’economia circolare e che premia, in particolare, il pregio dei progetti, su cui siamo pronti a misurarci”.

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