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Presidenza del consiglio e giunta regionale: acque agitate nel Pd. C'è chi vuole più spazio

Il coordinamento della sinistra del Partito Democratico all'attacco di Catiuscia Marini e della maggioranza interna al partito

Non sono per niente tranquilli. Né d’accordo, a dirla tutta. “Il coordinamento della sinistra del Partito Democratico dell'Umbria esprime profonda preoccupazione, nell'approssimarsi della prima convocazione dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, per le scelte che la presidente Marini e la maggioranza del Pd continuano a porre in essere in merito agli assetti di governo e di rappresentanza nell'istituzione regionale, a partire dalla Giunta per arrivare agli assetti consiliari”. Insomma, non va bene. Dalla testa della Regione in giù, dicono dalla sinistra democrat.

“Pensare che, dopo una giunta espressione solo di una parte della coalizione e di una parte del Pd – sottolinea il coordinamento -, anche la scelta della presidenza della massima assise regionale sia questione interna agli equilibri dei gruppi della maggioranza del Partito democratico rischia di far partire la legislatura regionale nel segno esattamente opposto a quello necessario”. Eccolo il punto: equilibri interni troppo evidenti.

“Il pesante arretramento elettorale che Pd e centrosinistra hanno subito in Umbria nelle elezioni del 31 maggio dovrebbe portare la Presidente e l'attuale gruppo dirigente a operare una riflessione politica vera, orientata a recuperare quel consenso che per tanta parte i cittadini umbri ed in primo luogo gli elettori del centrosinistra questa volta hanno negato”. Dalla sinistra del Pd usano altre parole per dirla meglio: “Per questo sarebbe stato necessario dare il segno di una volontà di allargamento della proposta di governo e di rappresentanza partendo, in primis, dalle sensibilità e dalle culture che sono presenti nel Pd e nella coalizione e che sono state decisive per il seppur sofferto successo elettorale”. Conclusione: “Al contrario l'attuale gruppo dirigente del Pd dell'Umbria continua a presentarsi come soggetto politico sempre più chiuso ed isolato e tutto proteso esclusivamente a mettere in equilibrio le pretese e le aspettative dei gruppi e gruppetti della maggioranza interna, incurante del fatto che tale comportamento restringe ulteriormente le basi di consenso del governo regionale e contribuisce a mettere ulteriormente in difficoltà la stessa tenuta unitaria del partito, già messa a dura prova dai comportamenti e dalle scelte nazionali”. No, non sono per nulla tranquilli. Né d’accordo.

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