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Giornata nera per il Pd umbro, Di Girolamo rinviato a giudizio: "Non è una condanna: resti al suo posto per ora"

Ancora una volta un appalto non tramite gara, assegnato in via diretta dal primo cittadino, nel mirino della magistratura. Il Pd conferma il suo sostegno: "Adesso salvare il bilancio del comune e poi fase nuova politica"

Altra giornata nerissima per il sindaco di Terni e il Pd dell'Umbria. Leopolto Di Girolamo, come confermato ache dai democratici, è stato rinviato a giudizio oggi dal gup Federico Bona Galvagno per l'inchiesta sullo smaltimento del percolato dell'ex discarica rsu (contenitore per la raccolta dei rifiuti solidi urbani) di vocabolo Valle.  L'accusa è: "turbata libertà degli incanti". Insieme al primo cittadino di Terni rinviati a giudizio altre 19 persone. Secondo gli inquirenti si contesta "di aver violato la normativa europea in materia di assegnazione dei lavori". In sintensi si sarebbe proceduto all'affidamento diretto, frazionando l'appalto, invece che fare una gara d'appalto complessiva sulla gestione del percolato.

Il rinvio a giudizio non ha scosso più di tanto il Pd regionale e della provincia di Terni che ha ribadito subito che Di Girolamo deve restare al suo posto dato che "un rinvio a giudizio non è una condanna". Resta dunque la strategia già prevista dopo i problemi di bilancio e gli arresti domiciliari subiti dal sindaco: ovvero dimissioni del sindaco e apertura di una nuova fase per la città solo dopo il ricorso sul piano di riequilibrio, "fondamentale per cercare di scongiurare effetti nefasti per la città e per i cittadini, come impennata delle tasse e del costo dei servizi e blocco dei mutui".

"Ribadiamo, infine, il nostro sostegno al sindaco - hanno scritto i vertici del Pd - e alle persone coinvolte nell'inchiesta, che siamo certi sapranno chiarire la propria posizione, e evidentemente il nostro rispetto per la magistratura”.

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