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Il Pd del Trasimeno (l'unico vincente) ha detto basta: "Vogliamo il congresso: mai più correnti e segretari calati dall'alto"

Documento dell’Unione intercomunale del Trasimeno, che neanche tanto velatamente parla di assenza di progetto e necessità di nuovi dirigenti

Corciano, Magione, Castiglione del Lago e altri piccoli comuni dell'area del Trasimeno sono ad oggi i comuni dove il Partito Democratico, grazie a sindaci giovani e lavoro sul territorio, non solo ha contenuto le distanze con il centrodestra - alle elezioni nazionali ed europee - ma è anche riuscito a prendersi, senza tanti sforzi, l'amministrazione comunale. Il Pd dell'area del Trasimeno o è la grande speranza di un rilancio del centrosinistra o è l'ultima frontiera. Per non essere l'ultima frontiera dell'impero politico rosso, i segretari sono stati della situazione di stallo a livello regionale dove si segnalano soltanto i consiglieri regionali per attivismo e proposte.

La svolta progettuale, di immagine e di uomini, secondo il Pd lacustre, può passare solo da un congresso vero aperto a tutti gli iscritti, simpatizzanti e i vari settori dell'Umbria. Il sasso nello stagno paludoso - dove a guardia si trova il segretario Verini - è stato lanciato da un ex sindaco, attuale segretario dell’Unione intercomunale del Trasimeno, che neanche tanto velatamente parla di assenza di progetto e necessità di nuovi dirigenti.  

“È necessario - ha spiegato Batino (nella foto) - ridare al Partito democratico dell’Umbria un progetto politico e organi capaci di dare lo slancio necessario per laBatino-2 riconquista della regione partendo dall’immediato insediamento di una commissione congressuale larga e rappresentativa di tutto il partito dell’Umbria a partire dai rappresentanti delle maggiori organizzazioni territoriali, uscendo da logiche personali e di corrente”. Da qui la necessità di superare l'immobilismo attuale, voluto anche da Roma, per dare vita ad un nuovo inizio che non può non passare per un congresso lacrime, sangue e rinascita.  

“Serve un congresso regionale vero e aperto, assolutamente necessario anche a livello nazionale, fondato su un franco confronto di idee sui problemi e sulle possibili risposte ai bisogni e al disagio di molti cittadini, partendo dai congressi di circolo per rifondarlo nei contenuti, nella organizzazione, nei suoi rappresentanti. Attraverso il congresso, prima di tutto, occorre rispondere a un’esigenza di vitale importanza rappresentata dalla definizione di una base di valori, di intenti e di obiettivi comuni nella quale tutti i Democratici umbri possano riconoscersi; bisogna insomma definire una piattaforma di riferimento e non cominciare il lavoro dalla discussione sui possibili candidati alla segreteria che sarebbe auspicabile vedano una separazione tra ruoli istituzionali e politici".

Insomma basta correnti, capi-corrente, signori delle tessere, vecchi arnesi della politica e soprattutto unico scopo duellare per la poltrona. Serve un progetto per il futuro dell'Umbria e serve subito. "Anche il gruppo dirigente - conclude Batino - del resto non può che essere ricostituito dal basso, partendo dai territori e dai circoli: sarebbe estremamente miope la scelta di calarlo dall’alto su una base che appare ormai stanca e sempre meno disposta ad accettare decisioni verticistiche, senza una vera discussione e un vero dibattito. Solo dalla partecipazione può nascere un Umbria migliore”. Tradotto: mai più un segretario modello Bocci, mai che mai un calato dall'alto come l'attuale Verini. Serve uno affamato, con idee chiare e che sappia sporcarsi le mani... di terra umbra. 

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