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Contro i furbetti del cartellino: "I dipendenti pubblici timbrino con le impronte digitali"

Mozione del consigliere regionale Squarta: “Un dovere verso quelle migliaia di persone che un posto pubblico lo sognano con il binocolo”

“Un dovere verso quelle migliaia di persone che un posto pubblico lo sognano con il binocolo”. Parole del consigliere regionale di Fratelli d'Italia Marco Squarta. Il dovere in questione è quello di arginare la piaga “dei furbetti del cartellino”. L'Ultimo caso è quello dell'ospedale di Napoli, ma anche l'Umbria ne ha di storie da raccontare.

Quindi, come diceva qualcuno, che fare? “Far timbrare i dipendenti pubblici umbri con le impronte digitali per controllare in maniera più approfondita ingressi e uscite dal turno di lavoro e scongiurare episodi di assenteismo”. E Marco Squarta propone una mozione in consiglio regionale. “La disposizione – spiega il capogruppo di FdI – dovrebbe interessare medici, infermieri, amministrativi di Asl e ospedali, ma anche dipendenti di Enti locali come Giunta regionale e Assemblea legislativa. È una pratica già adottata a Salerno dove, seppur in maniera maggiore rispetto a quanto emerso nel corso dell’inchiesta del Nas di Perugia del 2007, molti dipendenti risultavano in ospedale mentre in realtà andavano a fare spesa, in palestra, dal parrucchiere o al mare. Il sistema di strisciare il badge e lasciare le proprie impronte – aggiunge Squarta - annulla la possibilità di cedere il cartellino a colleghi compiacenti. In Campania questo metodo è stato attivato ormai quattro mesi fa in seguito al via libera del garante della privacy sull’autorizzazione alla rilevazione biometrica. Non si tratta di una schedatura dei dipendenti – prosegue l’esponente di
minoranza – in quanto il sistema mette semplicemente a confronto le impronte registrate con quelle reali e i dati personali rimangono nel badge”.

Conclusione: “Nessuno stato di polizia, perciò, in una regione sostanzialmente sana che non dovrebbe avere timore dei controlli, quanto una tutela ulteriore nei confronti dei dipendenti che non commettono scorrettezze. Ogni azione politica – conclude - deve essere strumentale ad arginare il fenomeno delle false timbrature e non può che essere accolta positivamente dalla Regione Umbria”. Alla macchina politica la risposta.

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