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E' crisi in Regione sulle nomine: la Marini vince e tiene duro, in 5 del Pd la "sfiduciano"

Mai il Partito Democratico si era così spaccato in Regione. Il consiglio regionale senza numero legale. Brega, Porzi, Barberini, Guasticchi e Smacchi contro la Presidente e i nominati: "E' vecchia Politica". La Marini non li teme: "Ha vinto il vero cambiamento". Senza accordo è alto il rischio che alla lunga salti tutto

Le nomine dei super manager alla sanità sono state fatte. La Presidente Catiuscia Marini è andata per la sua strada senza farsi condizionare dai tam-tam di guerra del gruppo Pd "centrista" e vicino a Bocci. Persino il mancato numero legale in consiglio - la maggioranza si è sfaldata - ha fatto cambiare idea, come in mattinata non aveva sortito nessun effetto la minaccia di dimissioni dell'assessore alla sanità, Luca Barberini.

Attenzione: dimissioni che potrebbero materializzarsi a breve dopo la dura nota che hanno inviato i consiglieri del Pd Donatella Porzi, lo stesso Luca Barberini, Andrea Smacchi, Marco Vinicio Guasticchi ed Eros Brega. Una nota dove si sfiducia la gestione della Marini e si sfiduciano i nominati stessi frutto, a loro dire, di scelte conservatrici e non in linea con il volere dell'elettorato. In un clima così l'assessore Barberini dovrebbe guardarsi le spalle ogni minuti, ogni giorno del suo mandato. Ha senso rimanere? Per molti del suo staff no. Ma al momento non è stato deciso nulla.

I bocciani scrivono: “Prendiamo atto della forzatura che si sta consumando in merito alle nomine dei direttori della sanità regionale e riteniamo che la direzione in cui si sta andando non è certo improntata al rinnovamento auspicato e richiesto dai nostri elettori”.  Un esempio di nomina "stracotta" e difficile da digerire è quella di  Walter Orlandi, già super-capo dell'Ospedale di Perugia, passato ai vertici del welfare e della sanità in Regione dell'Umbria (ecco tutti i nuovi direttori generali della Regione dell'Umbria).

“In questo contesto non possiamo poi evitare di citare il caso Orlandi – concludono i consiglieri Porzi, Barberini, Guasticchi, Smacchi e Brega –, nomina decisa dalla giunta regionale in nottata, nonostante l'assenza dell'assessore alla Sanità. Questo nome  pur riconoscendo le sue qualità, non corrisponde certo all'auspicato rinnovamento e alla discontinuità necessaria”.

E ancora: “In momenti come questi – spiegano - il metodo da utilizzare dovrebbe essere quello di una maggiore condivisione, in grado di portare a delle scelte che rispondano a quell'esigenza di rinnovamento e discontinuità richiesta dalle aspettative e dalle necessità dei cittadini. La strada che si vorrebbe imboccare a Palazzo Donini è invece un'altra, con scelte improntate alla conservazione e alla continuità". Botte da orbi, tutti sfiduciati,  ma arriva anche la classica carota dopo tanto bastone: "rimaniamo disponibili al confronto per assicurare il governo regionale, facendoci allo stesso tempo portatori di istanze di cambiamento vero". Al di là delle parole ci troviamo di fronte ad un braccio di ferro molto, ma molto pericoloso per un centrosinistra ridotto solo al partito del Pd.

Cinque consiglieri regionali che appoggiano esternamente la Giunta Marini possono bloccare i lavori in aula, possono logorare e logorarsi nel tempo. Insomma una crisi vera e propria a cui dovrà mettere mano anche Renzi per evitare il peggio. Intanto, a Palazzo Donini si registrano "cori di vittoria" e si ribadisce che il vero cambiamento è quello fortemente voluto dalla Presidente Marini e non quello a chiacchiere dei bocciani. "La Giunta regionale ha inoltre deciso di adottare il criterio  del rinnovamento e della rotazione delle competenze professionali, procedendo al cambio di tutti i vertici delle 4 aziende  ospedaliere e sanitarie dell’Umbria. Abbiamo pensato ai cittadini e non certo a spartirsi poltrone". E ora i filo Marini aspettano la mossa degli altri. E' una guerra di posizione... e di nomine.

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