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Ugl: "Serve una strategia condivisa sul lavoro che possa far ripartire l'Umbria"

Anche il sindacato Ugl accoglie l'appello all'unità venuto fuori dalla giornata del primo maggio: "Necessaria una unità di fatto per portare avanti interessi che vanno al di la della bandiera sindacale, ma che stanno a cuore a tutti i lavoratori"

Il Primo maggio celebrato a Perugia ha portato un vento nuovo di dialogo tra le varie istituzioni, dalla piazza piena la sensazione di una nuova unità è sembrata forte ma ora viene il bello: sostenere quelle proposte e renderle fatti. Non sarà facile, ma anche altre sigle sindacali hanno accolto l'appello all'unità senza però distogliere l'attenzione dai reali problemi.

"La situazione - sostiene infatti  il Segretario Generale Regionale dell’Ugl Umbria - è allarmante. La via d’uscita passa dal governo, che deve trovare risorse, e dai sindacati. Sarebbe stato più auspicabile cercare di costituire un fronte unitario con tutti i sindacati, confederati ed autonomi, piuttosto che invitare solo i rappresentanti datoriali, come invece è stato fatto qualche giorno fa a Perugia. Non a caso, lo slogan lanciato dall’Ugl per i festeggiamenti del primo maggio era 'Progettare insieme l’Italia di domani'.  E’ necessaria una unità di fatto per portare avanti interessi che vanno al di la della bandiera sindacale, ma che stanno a cuore a tutti i lavoratori".

Dalle cifre il quadro si fa più chiari nei dati, le piccole imprese chiudono i battenti, e nel 2012, fanno sapere da Ugl, il numero di fallimenti corrisponde al 34% delle nuove iscrizioni. Secondo l’osservatorio regionale dell’Ugl Umbria, rispetto al calo nazionale in settori come l’agricoltura o le costruzioni, il calo in Umbria è due volte superiore alla media.

Una nota a parte è rappresentata dal settore turismo, uno dei pochi in cui l’Italia ha guadagnato punti nel 2012, incrementando il numero di nuove aziende di circa il 6%, dato però, che secondo Unioncamere, corrisponde in Umbria ad un calo del 4%. Nel 2012, fa sapere l’Ugl Umbria, sono state chiuse 5.544 aziende, ed il dato sembra destinato a crescere nel corso del 2013, con conseguente aumento della disoccupazione.

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