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Salva-province, Marini: il 70% comuni vogliono proroga

Iniziata la discussione in Regione per approvare e inviare domani la proposta del Cal dove si cerca di salvare le due province umbre. Stufara: "Il Governo smentisce se stesso"

Un atto dovuto ma senza speranze? Dalle 11 di questa mattina (22 ottobre) il consiglio regionale dell'Umbria ha iniziato il dibattito per approvare la risoluzione del consiglio delle autonomie locali dove si cerca di mantenere l'assetto delle istituzioni dell'Umbria su due province o enti di area vasta dopo la decisione - ormai sembra immodificabile - del Governo di cancellare la provincia di Terni. Il presidente dell'Umbria Catiuscia Marini ha parlato "di un'anomalia tutta umbra di una provincia coincidente con l'ambito dell'istituzione regionale che farebbe venire meno il decentramento amministrativo in particolare su interventi mirati a favore di territori e popolazioni". Ma non solo: "Nel disegno di legge del Governo non ci sono indicazione su dotazione finanziaria dell'unica provincia umbra che ricadrà tutto a carico dei comuni e delle regioni"

Problemi veri che hanno spinto il presidente Marini a chiedere un voto favorevole all'assemblea regionale per dare forza e inviare al Governo la richiesta di proroga per la provincia di Terni:"Ritengo che deve essere assunta la relazione del consiglio delle autonomie sia per l'autorevolezza di questo organo che rispecchia gli enti locali umbri che il voto favorevole di molti e grandi comuni dell'Umbria". Sono stati ben 27 i comuni umbri che si sono espressi a larga maggioranza per la proposta del Cal: di cui 9 sopra i 15 mila abitanti (Assisi, Todi, Città di Castello, Terni, Perugia, Foligno, Orvieto, Narni e Gubbio. Circa il 70 per cento della popolazione umbra. Ma la Marini ammette di non essere un fan delle province e che avrebbe preferito un riassetto costituzionale delle istituzioni più coraggioso e innovativo: "Era maturo il tempo in questo Paese di una revisione costituzionale dei livelli inferiori a quello dello Stato. Dal 1970 non ci sono state mai modifiche. Io sono tra quelli che erano a favore di un diverso livello istituzionale anche se contemplasse  superamento delle province stesse".
 
Domani - 23 ottobre - la richiesta di proroga deve essere inviata al Governo anche se sul Corriere della Sera è stata pubblicata una bozza con tanto di dichiarazioni del Ministro dove si dà per scontato anche il taglio della provincia di Terni. "Nel maggiore quotidiano del Paese, un giorno prima dell'invio dei riordini previsti da vari Cal italiani, ci sono già gli effetti voluti dalla Riforma. E' chiaro il mancato rispetto della norma che prevedeva la partecipazioni degli enti locali. Il Governo smentisce se stesso svilendo la procedure che aveva egli stesso imposte con decreto legge".
 
Ma se il Governo sembra non essere intenzionato a salvare la provincia di Terni, dall'assemblea dell'Umbria arrivano altre due speranze: l'articolo 133 della Costituzione che dà ai comuni la possibilità di dare vita a passaggi o costituzione di nuove province. Ma soprattutto il parere della Corte Costituzionale che si dovrà esprimere sui ricorsi anti-riforma presentati da regioni come la Basilicata. In caso di stop tutto resterà come prima e non ci saranno i tempi per un nuovo testo firmato dall'attuale Governo.
 
 
Contro la richiesta di proroga del Consiglio delle autonomie locali dovrebbero esserci l'Idv - Dottorini: noi abbiamo raccolte le firme per abolirle e saremo coerenti con quei cittadini che hanno dato la loro firma ai nostri banchetti - il gruppo misto di fare Italia di Franco Zaffini - "una discussione non seria incentrata sui campanilismi: io facevo parte di un partito (Pdl) che era a favore dell'abolizione mentre l'opposizione si è dimenticata tutto questo - e anche dall'Udc arrivano dubbi. Il fronte di quelli a favore è formato da Pd, Pdl, Psi, Prc, gruppo Carpinelli. "Non è vero che siamo incoerenti - ha spiegato il consigliere Pdl, De Sio - noi siamo convinti che con una sola provincia rende l'Umbria una regione destinata ad essere accorpata con altri territori". 

 

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