Lo studentato della discordia, nessuno lo vuole e non si farà: ma chi paga il contenzioso? La teoria del cerino in mano
Al 99,9 per cento nessuna struttura sorgerà davanti alla meravigliosa chiesa dei templari di San Bevignate. Ma è partita la gara ad evitare di pagare i danni all'azienda che bene o male ha vinto la gara d'appalto quando tutto sembrava andare bene. Ecco tutti i movimenti
A questo punto nessuno lo vuole (lo studentato davanti alla Chiesa Templare di San Bevignate). L'Adisu e la Regione - nel giorno della presentazione del commissario straordinario dell'agenzia Maria Trani - hanno ribadito che per il momento sono sufficientemente "riparati" con il nuovo studentato preso nella cittadella Monteluce che dovrebbe essere a breve messo a disposizione per la futura assegnazione degli spazi agli studenti dell'Unipg, Università per Stranieri, Conservatorio e Accademia Belle Arti.
E quindi non c'è necessità di quel vecchio progetto di studentato (targato 2002), finanziato (sei milioni dal Governo e 5 dalla Regione) e poi bloccato dai vari ricorsi e contro-ricorsi. Non lo vuole il Comune anche sei ai tempi che furono fece una variante ad hoc per poterlo realizzare. Non lo vuole la Soprintendenza pronta a fermare qualsiasi ruspa pronta a muoversi nel cantiere. Ma la partita è ancora aperta e ci vuole - come ha detto l'assessore Bartolini - ponderazione e nervi saldi. Ora lo spettro che fa più paura è quello della richiesta di risarcimento da parte dell'azienda che quell'appalto ha vinto. La quantificazione è ancora tutta da fare: ma c'è chi ipotizza un 10 per cento dell'intero appalto (1milione 100mila euro) o il 20 per cento (altri 2milioni di euro). E le grandi domande sono: chi dovrà pagare? Chi ha fatto il progetto (Regione e Adisu)? Chi ha fatto la variante (Comune)? O tutti quanti? Chi ha concesso tutte le licenze tanto è vero che si proceduti con un gara d'appalto? Chi decisamente non rischia nulla è l'Università degli Studi che non si è mai pronunciata a riguardo dello "studentato-mostro".
Ponderazione e nervi saldi sono fondamentali perchè il primo che molla o sbaglia rischia di pagare tutto. L'assessore Bartolini nelle prossime ore, tramite Adisu, cercherà di muovere il gioco: “Abbiamo chiesto al nuovo commissario di scrivere sia alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria sia al Comune di Perugia per conoscere quali sono i loro intendimenti in merito. Vogliamo infatti disporre di tutti gli elementi necessari per la gestione di una vicenda complessa e che richiede la massima ponderazione. C’è infatti un contenzioso in corso, con ingenti risorse bloccate e nostro dovere è anche quello di tutelare le esigenze di bilancio, a tutela dei contribuenti umbri”.
In Regione, in via ufficiosa, si attacca il vice-sindaco Barelli: "Quanto era a guida di italia nostra dava la colpa al comune, ora che è il vice di Romizi dice che deve pagare la Regione... mah". Barelli, in nome dei conti del Comune non vuole fare nessun primo passo e ha chiesto di sapere lumi dalla Soprintendenza. L'unica certezza è che a breve dovrebbero partire una serie di incontri per trovare il modo di salvare il territorio e San bevignate (dallo studentato) e salvare risorse (pagare un po' per uno). La grande paura è ora a chi resterà il cerino in mano e non lo studentato che non verrà più realizzato a questo punto. Ps: sbloccare questa sicutazione paradossale permetterà di sbloccare anche 5milioni di euro di risorse dalla Regione, ancora bloccati nei bilanci per lo studentato di via del Giochetto.