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Taglio Province, Marini e Rossi: "Serve proposta condivisa"

Nella seduta odierna della Giunta regionale dell'Umbria si è parlato di riordino istituzionale, dopo l'annunciato taglio della Provincia di Terni nella spending review

Si è parlato anche del percorso di riordino istituzionale dell’Umbria secondo i dettami della legge 135 del 7 agosto scorso, la cosiddetta spending review, nel corso di martedì seduta della Giunta regionale umbra, la prima dopo la pausa estiva. L’argomento, è stato introdotto dall’assessore alle riforme istituzionali, Gianluca Rossi e concluso dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini.

Secondo l’esecutivo regionale “in una fase di grande difficoltà ed instabilità economica e sociale per l’intero Paese, un processo di riordino istituzionale che incide profondamente nelle radici storico-culturali delle comunità e sulla presenza di diffusi servizi al cittadino e alle imprese per effetto della presenza degli organi periferici dello Stato, evidenzia criticità di cui forse si poteva fare a meno e meglio in termini di semplificazione amministrativa ed istituzionale”.
 
“Le decisioni da assumere, tuttavia, e a cui l’Umbria non si sottrarrà, non riguardano il mero salvataggio della Provincia di Terni, come più volte emerso dal dibattito pubblico, ma la necessità di operare un riordino complessivo del sistema endoregionale umbro”:  è  infatti questa – hanno evidenziato la presidente Marini e l’assessore regionale alle riforme istituzionali Rossi, la rotta da seguire nell’applicazione  del decreto del governo e che investirà, in prima battuta, il Consiglio delle autonomie. 

In questa partita  – hanno aggiunto Marini e Rossi, illustrando ai colleghi il lavoro di approfondimento portato avanti dalla Regione nell’ambito della cabina di regia, istituita dalla presidente Marini e di cui fanno parte  Anci e Upi umbria e Cal e tornata a riunirsi proprio ieri -  si gioca il destino dell’Umbria e quindi si dovrà presentare al Governo una proposta di riordino che sia espressione del sentire delle istituzioni e della comunità regionale e che veda il massimo coinvolgimento del sistema delle Autonomie locali e dello stesso Consiglio regionale”.  
 
Come già annunciato a luglio scorso, la Giunta regionale  ha ribadito la propria contrarietà all’idea di un Umbria monoprovinciale, che ridurrebbe fortemente il carattere plurale della regione e che, in ragione della profonda diversità che questo Ente assumerà rispetto al passato, equivarrebbe a determinare una perfetta e anomala coincidenza tra il territorio e la popolazione di ambito regionale e quello della provincia unificata.

 

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