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Sondaggio Sole24Ore, la rimonta della Tesei: in 12 mesi +10, il 55% la rivoterebbe. Ecco perché e cosa è cambiato

La sanità era il settore più criticato e che aveva nel 2022 provocato una caduta del consenso. Ma la Governatrice, giocandosi il tutto per tutto in prima persona, ha dato il via alla svolta e fatto chiarezza su sanità pubblica e privata

"Io lavoro a testa bassa, tutti i giorni, i risultati arriveranno e a fine legislatura gli umbri potranno giudicare se abbiamo fatto bene o male. Sulla sanità? Aumenteremo gli sforzi e prepareremo un piano per abbattere le liste d'attesa". Aveva detto questo la presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, dopo la "crisi" del 2022 all'interno della maggioranza e dopo la pubblicazione dell'autorevole sondaggio pubblicato dal Sole24Ore sui dati forniti dall'Istituto di Ricerca "Noto". La Tesei era sprofondata al 45 per cento del consenso, meno 12 punti, rispetto al dato elettorale e soprattutto sotto quella soglia psicologica del 50 per cento. Restava ancora avanti di 3-4 punti rispetto ad una coalizione Pd-5STelle ma di fatto l'Umbria era diventata molto contendibile in vista delle elezioni (o ad ottobre 2024 o a marzo 2025 qualora da Roma decidessero per inserire l'Umbria insieme alle altre regioni al voto senza sprechi ulteriori di risorse).

Quel lavoro a testa bassa, un protagonismo maggiore sulla Sanità che finalmente sta dando frutti e i tanti progetti approvati da Roma nell'ambito del Pnr hanno nel giro di 12 mesi capovolto il dato del 2022. Oggi il Sole 24 Ore pubblica la rivincita (virtuale ma indicativa come tendenza) della Governatrice umbra: il 55 per cento degli umbri interpellati - su un campione di 1000 - ha detto di essere pronto a votare o rivotare un futuro governo bis del centrodestra a guida della Tesei che ora come presidente risale all'ottavo posto nazionale. Un cambio di tendenza che raramente accade - basta guardare i dati storici del sondaggio del quotidiano economico italiano - che porta a solo due punti di distanza dal grande risultato ottenuto nel 2019 dove a mani basse ha sconfitto la coalizione Pd-Civici-5Stelle-Sinistra. Una risalita record sul consenso che, a parte l'ondata nazionale filo-centrodestra, si basa su tre fattori tutto umbri. 

 Il primo successo riguarda l'Umbria terra del turismo mai così in alto nel gradimento e nel  numero dei visitatori nazionali e internazionali conquistati in questi anni. Tutto questo grazie ad una collaborazione attiva con gli operatori del settore per dare vita ad una comunicazione finalmente vincente, utilizzata con strumenti innovativi e che è in grado di esaltare una regione con tanto ricchezze e qualità della vita che ti fa dimenticare l'assenza di spiagge e scogli.

Seconda vittoria: le politiche economiche e di sviluppo sostenute con bandi che finalmente hanno finanziato il futuro e messo gli uffici regionali a disposizione delle imprese e degli artigiani per un sostegno anche post-finanziamento. La formazione professionale è passata da di tutto un po' ad una formazione mirata alle esigenze dirette di organico del mondo del lavoro e dell'industria. Anche qui firmando un patto pubblico-privato basato sull'ascolto reale delle necessità. i dati: L’Umbria registra un tasso occupazionale pari al 38,5% (6,5 punti percentuali sopra la media nazionale); per quanto riguarda le persone avviate a percorsi di politica attiva la percentuale cresce al 62,9% (19 punti sopra la media nazionale.  

Terzo punto di merito: l'aeroporto dell'Umbria - ripensato, finanziato a dovere e spinto da una idea di governance - finalmente è diventato centrale per l'economia dell'Umbria e per evitare qualsiasi forma di isolamento con il resto del Paese e delle piazze più importanti dell'europa. Voli e passeggeri record... ci si avvicina al sogno dei 500mila euro. La Perugia-Ancona che terminerà ad inizio 2025 e il nodino di Perugia finanziato. Inoltre bilanci sani senza aumentare le tasse. E anche questo ha inciso nonostante una pandemia da paura.

Ma se la Tesei ha recuperato il 10 per cento del consenso perduto vuol dire che il Piano sanitario regionale e quello straordinario per le liste di attesa sta permettendo di invertire la rotta. Negli ambienti sanitari, settimana dopo settimana, si registrano dati positivi e un numero crescente di recupero delle prestazioni. Certo magari non sotto casa come si spererebbe ma avere l'appuntamento anche se in altre regioni vale tanto di questi tempi post-covid. Piace e funziona l'alleanza con le strutture private per effettuare analisi e visite sempre nell'ambito del Cup: stesse tariffe del pubblico ma in cliniche convenzionate. Non è la privatizzazione ma la collaborazione tra sanità pubblica e privata che in una regione piccola come la nostra è doverosa e permette ad entrambi settori di ottenere i benefici: per i privati di crescere e creare occupazione e per il pubblico di sfoltire le tante richieste a parità di prezzo e di strumentazione a disposizione.

Ovviamente questo non è ancora un settore che la Tesei può dire di aver conquistato e rilanciato completamente ma la strada è quella giusta. La sanità sui territori torna a farsi visibile grazie ai mini-ospedali (le case sanitarie) punto di riferimento per i medici di famiglia e i grandi ospedali regionali. Siamo all'inizio.  Il punto dolente è che è difficile trovare e assumere medici specializzati in alcuni settori. Sono pochi e la guerra tra aziende ospedaliere è forte. Il numero chiuso per le facoltà mediche continua a penalizzare la sanità di questo Paese.

Sul versante politico la scoppola di Terni paradossalmente ha rinforzato la Tesei dato che cambiare, senza neanche ascoltare i cittadini, genera non solo sconfitte ma anche strane alchimie politiche o il ritorno del centrosinistra al momento completamente isolato a livello nazionale e nella stragrande maggioranza delle Regioni. Non si cambia in vista di un secondo mandato per questioni di egoismo politico. Ma la scoppola di Terni può rappresentare una doppia rinascita, quella della Lega (l'obiettivo è il 10%) dopo la data per imminente fine direzione del sindaco-deputato Caparvi (i numeri non sono opinioni e sono sotto gli occhi di tutti) verso una leadership legatissima a Salvini (il ritorno del deputato umbro Marchetti, leghista della prima ora e che nelle Marche ha avuto la reggenza negli ultimi 5 anni, con tanto di Regione e Ancona conquistata?). Ultimo protagonista quello centrista: candidati civici forti, motivati ad ingrossare liste civiche territoriali ma anche il contenitore di Forza Italia che in Umbria è in crescita.  

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