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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Regione, cambia l'Umbria: Presidente Marini presenta le riforme

In Consiglio regionale inizia la discussione sulle riforme: non solo sanità, ma anche su sviluppo e sostegno al turismo e alle imprese. Ecco cosa cambia in concreto

E' il giorno delle riforme - 6 giugno - per l'Umbria e per la giunta regionale del Presidente Catiuscia Marini. Dopo vari annunci e qualche linea guida, il consiglio regionale ha avuto in mano il "bignami" completo di voci e settori che dovranno essere modificati, accorpati e in alcuni casi completamente debellati (l'agenzia per il Turismo, Apt, l'Arusia, ente sull'agricoltura).

La presidente Catiuscia Marini ha fissato dei paletti politici su sanità e costi: "La sanità, nonostante i tagli del Governo e le riforme che dobbiamo portare avanti in questo momento di crisi, confermiano un impianto pubblico, per tutti gli umbri, e dove si manterranno gli standard di qualità e si abbatteranno le liste di attesa".
 
Dal punto di vista organizzativo per la sanità, secondo il presidente Marini, occorre individuare soluzioni "che evitino impropri fenomeni di assorbimento di risorse da parte di un livello assistenziale con conseguente riduzione del livello di copertura di altri livelli assistenziali, procedendo anche attraverso la rimodulazione degli ambiti territoriali delle Aziende Usl - accompagnata da una revisione degli assetti organizzativi - e la ridefinizione della “mission” delle Aziende Ospedaliere,anche con l’obiettivo di realizzare una progettualità omogenea, di scala appropriata non condizionata da interessi di tipo localistico.
 
Questo nuovo assetto consentirà di salvaguardare e potenziare l’esperienza delle reti cliniche – strumento di governo clinico essenziale per l’appropriatezza delle prestazioni – al fine di garantire loro una maggiore e più incisiva interlocuzione con la governance aziendale e con la governance sanitaria regionale e quindi assicurare pienamente le integrazioni, le sinergie, l’omogeneità delle prestazioni cui questo dovrebbe dar luogo".
 
UMBRIA IN RECESSIONE Per quanto riguarda l’Umbria dagli ultimi dati emerge un quadro difficile e che si cerca di attenuare con delle riforme mirate per lo sviluppo e il sostegno alle imprese.
 
Dal lato delle imprese, giungono segnali preoccupanti sia con riferimento alla natimortalità
che all’andamento dei fallimenti. Il credito alle imprese è di fatto fermo se non in calo, con una domanda per la gran parte riferita a provvista di capitale circolante e consolidamenti di passività a breve. Per quanto riguarda i dati, l’Umbria fa registrare un -2,56% a dicembre 2011 rispetto a giugno,con Terni che fa peggio di Perugia (rispettivamente -2,76% e -2,51%).
 
L’export, che nel complesso aveva fatto registrare valori positivi nel corso del 2011(+ 13,6%, che divenivano +11,3% al netto dei metalli), ha comunque subito un rallentamento nell’ultimo trimestre dell’anno,soprattutto nella provincia di Perugia.Anche in termini di occupazione i dati non sono incoraggianti perché, malgrado le considerazioni sulla tenuta complessiva del 2011, l’ultima parte dell’anno ha mostrato un andamento abbastanza negativo. I primi mesi del 2012 hanno visto una ripresa delle richieste di ricorso alla cassaintegrazione, con un incremento delle ore complessivamente autorizzate in Umbria del 57%rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con incrementi di tutti gli strumenti e in particolare della CIO, più che raddoppiata, e della CIGSD cresciuta di oltre il 50%.
 
Questo inasprimento della crisi spiega anche la flessione dei consumi, confermata peraltro dal progressivo rallentamento della richiesta di prestiti da parte delle famiglie umbre, ed il progressivo assottigliamento dei depositi delle famiglie che, evidentemente, perdono potere d’acquisto e ricorrono alle “riserve” finanziarie accumulate negli anni passati.
 
TAGLI ENTI PUBBLICI Addio all'Agenzia per la promozione turistica che sarà inglobata da Sviluppumbria che ha incorporato Centro Agroalimentare, RES, BIC Umbria, Umbria Innovazione. 
Mentre Le nuove sfide e i nuovi compiti assunti da Sviluppumbria saranno quelli di gestire al meglio le risorse disponibili, siano esse umane, finanziarie o tecnologiche. Scompare anche un'altro carrozzone: ovvero Arusia, l'Agenzia per lo sviluppo agricolo.
 
Un ruolo maggiore spetterà a Gepafim, la finanziaria della Regione a sostegno dell'aziende e dell'occupazione in Umbria. Il capitale sociale nominale di Gepafin è pari ad € 3.792.366 nominali di cui il 42,29% in capo direttamente alla Regione Umbria oltre al 11,71% in capo a Sviluppumbria. La quota pubblica regionale è dunque pari al 54%.A fronte di un capitale sociale nominale di 3.792.366 euro il patrimonio netto della società è pari a circa 9.200.000 di euro per effetto delle fusioni intervenute nel 2007 e nel 2009 con le società Capitale e Sviluppo Spa e Novafin Spa.
 
Migliorare il valore delle garanzie prestate da Gepafin - e quindi allargare il giro del sostegno alle aziende - consiste nel passare dall’attuale schema convenzionale di garanzie rilasciate su Fondi di garanzia indivisi per tutte le Banche convenzionate, ad un nuovo schema convenzionale di garanzie rilasciate su Fondi rischi costituiti, in forma di depositi monetari, per singola Banca o gruppo Bancario.
 
Infatti fondi di garanzia indivisi per tutte le banche non consentono al singolo istituto, che non conosce i rischi assunti dai fondi nei confronti di altri istituti, di avere una esatta percezione della effettiva capacità dei fondi di coprire i rischi totali.
 
La modalità del deposito monetario costituito presso la singola banca o gruppo bancario, modalità operativa che peraltro viene normalmente utilizzata anche dal mondo degli organismi di garanzia collettiva fidi, permetterebbe ad ogni banca un monitoraggio attento dei rischi caricati sul fondo. Quanto richiesto risulta essere di fondamentale importanza per le banche al fine di continuare ad operare con Gepafin. A fronte di tali modifiche gli istituti di credito si sono tuttavia dichiarati disponibili ad innalzare il moltiplicatore applicato ai fondi da 8 a 10. L’innalzamento consente una maggiore operatività in termini di garanzie rilasciate alle imprese e pertanto appare obiettivo da perseguire.
 
Soppressione delle comunità montane i cui compiti saranno affidati all'Unione dei Comuni e alla nascente Agenzia regionale forestale.
 
IL NODO PROVINCIA La Regione in assenza di una modifica della Costituzione resta in attesa di definire il ruolo e le competenze delle nuove pronvice declassate ad enti intermedi di secondo livello, ovvero non più elettivi. 
 
"In questo quadro di incertezza - ha spiegato la Presidente Marini - va comunque tenuta presente la scadenza del 31 dicembre 2012 per iniziare una discussione di indirizzo sugli ambiti territoriali ed il ruolo delle Province nel contesto regionale". Alcune delle funzioni storiche saranno comunque assegnate all'Unione dei Comuni, altre tenute dalla Regione che affiderà alle nuove province come ente esecutore (viabilità e ambiente?). 
 
 

 

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