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Riforma Sanità, primo effetto collaterale: due gruppi Pd

Seconda giornata di lavoro in Commissione per approvare gli articoli e gli emendamenti integrativi. Il Pd Barberini (insieme a Smacchi) vota ancora contro. Il capogruppo Locchi a favore

Sulla Riforma Sanitaria dell'Umbria ci sono due Pd ormai in Prima Commissione - e poi anche in consiglio regionale il 6 e 7 novembre quando si voterà l'atto -: il primo è quello di maggioritario ed è capitanato da Bottini e Locchi, l'altro invece è legato all'asse Barberini-Smacchi (con il presidente Eros Brega pronto a dire la sua in consiglio). Sempre i primi sono a favore con le decisioni della Giunta regionale, i secondi invece sono indispettiti dalla bocciatura di diversi emendamenti soprattutto i due riguardanti l'istituzione sia di un'unica Azienda Ospedaliera che di una sola Azienda Sanitaria regionale.

 Da qui il secondo voto contrario consecutivo del Pd numero 2 sull'articolo 8 della Riforma (Aziende sanitarie).  “La proposta della Giunta è convincente. Il sistema 2+2 risulta maggioritario e il Pd lo sostiene" ha tuonato in commissione il capogruppo Renato Locchi. Ma non tutto (il partito) ovviamente lo sostiene come ha ribadito il Pd 2 di Barberini e Smacchi: "Bisognava istituire una sola azienda sanitaria ospedaliera, articolata in due poli situati a Perugia e Terni, dato che al contrario si manterrebbero due aziende che insistono su 450 mila abitanti ognuna, un caso unico in Italia. La loro presenza risponde ad esigenze burocratiche e politiche e non a quelle dei cittadini. La proposta della Giunta contiene delle forti contraddizioni e non è certo così che si combattono le liste di attesa".

L'altro nodo riguarda la trasparenza che rischia di far implodere la maggioranza: votando la riforma non c'è nessun riferimento sulle sedi dei territori e il rapporto con l'Università per la costituzione a Perugia e Terni delle aziende sanitarie (universitarie) non è stato ancora presentato punto per punto. L'assessore alla sanità Tomassoni sulla Sanità si è limitato a dire che "il rapporto dell'università è fondamentale per la ricerca e l'applicazione del modello clinico, rappresenta dunque un valore aggiunto. Abbiamo cercato di disegnare un modello che potesse salvare la funzionalità e la coesione del sistema, con due aziende autonome ma fortemente integrate".

Ha risposto un Locchi che pur restando coerente non nasconde qualche maldipancia sul testo sanitario: "Aspettiamo però che ci venga illustrata la convenzione Regione–Università". In consiglio il prossimo 6 e 7 novembre si dovrà votare l'approvazione definitiva: a scatola chiusa? 

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