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Regionali Umbria 2019, Leonardo Caponi: "tutti i dilemmi di una sinistra... in cerca di una costituente dal basso"

Leonardo Caponi, giornalista, ex senatore di sinistra e editorialista, analizza la questione sinistra umbra in vista delle regionali di autunno. Buona Lettura

Leonardo Caponi, giornalista, ex senatore di sinistra e editorialista, analizza la questione sinistra umbra in vista delle regionali di autunno. Buona Lettura. 

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di Leonardo Caponi

E’ in corso un dibattito nella sinistra in vista delle prossime elezioni regionali. La cosa che colpisce è il carattere così verticistico della discussione, da apparire clandestina. Nessuno sa niente. Io non so se ci sono riunioni non solo di dirigenti, ma anche di carattere "assembleare" tra i militanti dei soggetti in ballo, in proprio o in sedi comuni e chi tiene, se esistono i contatti tra loro. La cosa che vedo, come fu per l'ultima volta, è che le sedi più larghe discutono di programmi, mentre ristretti vertici si riservano le decisioni vere, cioè candidature e alleanze. 

Questo modo di fare le cose scoraggia quanti, pochi o molti che siano, potrebbero anzi dovrebbero avvicinarsi , essere inclusi, invogliati a partecipare, dare il loro contributo senza la sgradevole sensazione di parlare a vuoto. Detto questo, che mi sembra essenziale, io sono per saltare il turno. Presentare una lista sarebbe un suicidio assistito. Prefiguro per il Pd e quello che esso chiama il centro sinistra, una sconfitta epocale (a meno di rilevanti fatti nazionali) e non vedo, nella sua dimensione, numeri migliori per la sinistra, sia nel caso che si presenti da sola, sia in quello di una alleanza col Pd. 

La estinzione per la sinistra passerebbe attraverso un nuovo risultato negativo e definitivamente demoralizzante. L'obiettivo di una alleanza civico politica che metta insieme "successi" locali con quel che rimane dei partitini e associazioni tradizionali, mi pare del tutto illusoria, poichè esperienze vincenti in ambito comunale scompaiono proiettate su dimensioni maggiori. E poi, lo confesso, mi rattrista e mi ripugna l'idea che la sinistra debba correre mascherata dietro altri simboli e candidati civetta come fa il Pd. 

Se non si è, non si è: bisogna prenderne atto e ricominciare da capo. Non presentandosi si raggiungono più obiettivi. Contrastare, sul piano culturale, l'elettoralismo che ha stremato la sinistra; evitare di misurarsi col PD, dirne tutto il male possibile, facendogli però un "regalo", non tanto per aderire agli ipocriti appelli patriottici contro la barbarie leghista, ma per evitare comunque accuse di intelligenza col nemico ed essere in sintonia con quei pochi che, dentro al Pd, credono di essere rimasti comunisti anche con Renzi.

Nel frattempo si dovrebbe dare il via ad una Costituente della Sinistra, aperta, democratica, inclusiva che porti alla costituzione di un soggetto plurale su base confederativa (dai comunisti ai movimentisti ecc, liberi, di organizzarsi in proprio), tenuto insieme da un programma politico comune e da un cogente patto di unità di azione.

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