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Piazza Grimana/3 - Movimento 5 Stelle: "La Giunta cade dal pero: 20 anni dopo l'invasione della droga"

I grillini hanno analizzato dagli anni 90 ai giorni nostri l'invasione costante degli spacciatori alimentati dai flussi delle associazioni criminali. "Solo ora se ne accorgono quelli dell'amministrazione comunale? Ma se è dagli anni 90 che il centro è infettato dall'erba cattiva..."

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Movimento 5 Stelle Perugia che, il 2 settembre, ha partecipato a Piazza Grimana agli Stati Generali sulla sicurezza. Il movimento politico ha fatto un'analisi della situazione droga che parte dagli '90

La giornata di ieri in piazza Grimana probabilmente segnerà un punto di svolta nella cittadinanza perugina; di sicuro non per le misure d'emergenza che verranno prese, lo si spera, come promesso dal prefetto, o per i timidi intenti futuri proposti dal sindaco coraggiosamente presente. La piazza di ieri segna una svolta nella mentalità della cittadinanza perché ne ha espresso potentemente la richiesta di aiuto, la sua disperazione difronte al degrado sociale, ma soprattutto la sua voglia di ricominciare prima di aver toccato irrimediabilmente il fondo, espressa potentemente dalla sua  forte partecipazione.

Quello che ci troviamo ad affrontare riuniti finalmente in una cittadinanza attiva non è un problema di oggi, né dei giorni, né dei mesi, né dell'anno precedente. Non è un problema  di piazza Grimana, famosa in tutto il mondo per l'eccellenza della sua università. Non è un problema solo di questo quartiere, porta Sant'Angelo, che come altri si è lentamente svuotato, è morto giorno per giorno insieme ai suoi abitanti e alle botteghe che lo abbandonavano. Il problema dello spaccio di droga e del narcotraffico, che ha fatto di Perugia la  sua capitale del centro Italia, è il problema di tutta questa città da ormai più di 15 anni: e ci siamo trovati  a reagire, increduli insieme all'amministrazione, altrettanto incredula, e alle forze dell'ordine, solo perché si sente che ormai è stato superato il limite; ma qual'è questo limite? Come si è arrivati a superare il limite?

La storia è piuttosto lunga e chi vive nella nostra città  l'ha vista evolversi fin troppo rapidamente. Fino a metà degli anni '90 lo spaccio e il consumo avveniva in delle isole urbane o in zone periferiche ben conosciute.
Era una situazione sempre complessa, molto ramificata, ma in qualche modo meno evidente e gestita dalla microcriminalità perugina fino ai primi anni '90 e poi, dopo i primi sbarchi e i flussi migratori dall'ex Jugoslavia, dalla manovalanza extracomunitaria.

Poi è arrivato il terremoto, grandi flussi di finanziamenti per la ricostruzione e quindi l'occasione per l'infiltrazione della malavita organizzata (perlopiù ‘ndrangheta e camorra) che poteva riciclare i proventi del narco-traffico nell'edilizia. Sempre in quegli anni, può sembrare secondario ma non lo è, c'è stata l'esplosione delle iscrizioni nell'Università di Perugia in conseguenza dell'apertura di nuovi corsi di studio, e di conseguenza l'incremento della popolazione studentesca e dei potenziali consumatori di stupefacenti.

È da questi anni ('97-'98) che si è visto crescere il narco-traffico e lo spaccio in centro: dapprima cominciato nei giardini della Canapina, per 4 o 5 anni; poi allargatosi in via de Priori e distaccatosi in via della Viola,  per poi concentrarsi nel cuore dell’Acropoli, sulle scale del duomo e nella principale piazza della città, e stabilendosi infine  in via Ulisse Rocchi, piazza Grimana e corso Garibaldi. Tutto questo mentre la zona della stazione e di via Settevalli crescevano d'importanza sia per lo spaccio che per il traffico di prostituzione. Quindi sono passati almeno 15 anni in cui quest'erba trista si è propagata in tutta la città, contaminandone la popolazione, soffocandone i quartieri, che si sono via via spenti.

Un proverbio perugino, con genuina saggezza, dice: <> e di fatto così è avvenuto. Siamo arrivati al punto che quest'erba trista non è più possibile estirparla: le forze dell'ordine sanno bene che per farlo bisognerebbe fare una mezza guerra in stile messicano con un impiego di forze senza precedenti, per la nostra piccola città. Ma ora, solo ora, sembra che si sia passato il limite, ora sembra che la città sia in mano agli spacciatori, ora non se ne può proprio più. Ora?! Solo ora ce ne siamo accorti? Solo ora se ne è accorta l'amministrazionei?  Siamo caduti tutti dal pero! Mentre il pero marciva sotto di noi soffocato dall'erba trista.

E tanto più marciva ,tanto più l'erba trista si radicava, alimentata forse dai poteri forti in accordo con la malavita; di sicuro invece sostenuta da un'economia che vive con lo spaccio: dal proprietario che affitta la casa, magari in nero, agli spacciatori; dai commercialisti che fanno contratti falsi  perchè, non dimentichiamolo, gli spacciatori sono spesso regolari; fino all'avvocato che difende il magrebino in tribunale, e si fa pagare in contanti, con i soldi dello spaccio.

Questo è diventata la nostra città, nella più totale mancanza di lucidità e consapevolezza della nostra amministrazione che solo ora manifesta un qualche intento, dopo quasi 20 anni, e discute su brillanti idee tipo quella di aprire un CIE a Perugia per fermare gli spacciatori irregolari, che sono la minoranza.
Negli stessi anni in cui lo spaccio cresceva il centro si è svuotato, interi rioni sono deserti, i giovani non ci vengono più nonostante le iniziative di operose e volenterose delle Associazioni di cittadini come “Rivivi il quartiere”, “Borgo Bello”, “Fiorivano le Viole”. E allora via a fare eventi, manifestazioni, concerti, fare night! Tutte cose bellissime, si capisce. Una città, in realtà, non va trattata come una specie in estinzione o come un bene artistico da tutelare: di questo se ne occupa il WWF, Lega Ambiente o il FAI. Una città è fatta di cittadini, di luoghi d'identità, di relazioni  e di cultura, con la “c” minuscola, prima che di eventi.

Chi vive a Perugia e frequenta il centro storico, come spazio d'incontro e d'identità, oggi non sa più cosa sia questa città, non sa più se venire in centro per beneficenza o perché è qualcosa che ci appartiene. Il centro sta morendo perché forse, senza rendersene conto, lo si è voluto. E in questo c'entrano tutte le scelte della presente e delle passate amministrazioni, come ad esempio nell'urbanistica: come può competere il mercato coperto con l'Iper Coop o con l'Emisfero? come può competere il Turreno con un multisala? Negli anni passati, insieme allo spaccio, abbiamo visto crescere in attrazioni le periferie: i locali, i cinema, i centri commerciali, i negozi di prestigio, i locali notturni, tutto è stato decentralizzato. Il Movimento 5 Stelle di Perugia, già nel 2009, qualche proposta concreta l’aveva già fatta. La selvaggia urbanizzazione ha contribuito pesantemente spostando i luoghi aggregativi storici del centro storico, sostituendoli con luoghi speculativi in periferia; e quindi si sono creati dei buchi urbanistici, ma soprattutto culturali.

Il prestigio delle periferie è stato preferito al degrado del centro storico e un centro senza più il suo mercato, i suoi cinema, i suoi teatri, le sue librerie, privo delle sue funzioni elementari, perde anche la sua cittadinanza e ad essa si sostituisce spontaneamente il degrado. In questo senso l'amministrazione è ma complice di questo stato di cose perché, innanzitutto non ha riconosciuto l'emergenza dello spaccio, appena si è creata quasi 20 anni fa, ma soprattutto perché ha favorito che Perugia e i Perugini perdessero il proprio centro storico. Queste problematiche e la manifesta incompetenza nel gestirle dovrebbero bastare da sole a decretare la scomparsa della classe politica che governa questa città da decenni, e che ne approfitta per perpetrare il suo sistema di potere e il clientelismo camuffato in democrazia.

Allora qual'è il limite oltre cui non si può più tornare in dietro? È la rissa fra spacciatori?
Questa è solo un'emergenza, ma come in un iceberg la parte che emerge è solo una parvenza di tutte le sue enormi fondamenta. Il Movimento 5 Stelle di Perugia è stato presente a questo incontro, anche se non incluso nella lista degli interventi, per ascoltare le istanze dei cittadini e per tradurle in iniziative concrete. A tal fine, informa i presenti e i lettori che nei prossimi mesi incontrerà le associazioni di quartiere, i negozianti e i cittadini del centro storico, in assemblee o altre forme di condivisione per proporre il programma di riqualificazione del centro storico. Per questo invita tutti i cittadini interessati e appassionati ad iscriversi al meetup 53 di Perugia, a intervenire liberamente e attivamente contro il degrado della nostra città e a far sentire la propria voce per un vero cambiamento.
 

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