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Parchi abbandonati e degrado "sotto gli occhi di tutti": il Pd scende in guerra

Esplode la polemica sul "sistema" per la gestione delle aree verdi in città: "Le associazioni non ce la fanno. Tagli insopportabili"

“Un sistema che non funziona e tagli di risorse insostenibili. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, purtroppo”. E’ questo il timbro del Pd del Comune di Perugia sull’annosa questione della gestione delle aree verdi in città. Il “sistema” ideato e realizzato dalla giunta Romizi non piace. Anzi, per dirla con i democrat, è dannoso.

“La nostra è una risposta alle centinaia di richieste di cittadini e turisti della nostra città che denunciano lo stato di degrado ed incuria delle aree verdi, dei parchi cittadini e dei giardini storici di Perugia – spiega Tommaso Bori, vice-presidente della Commissione Cultura – constatato che la voce dei nostri concittadini veniva ignorata, abbiamo deciso di sollevare la questione direttamente Consiglio Comunale ed affrontarla lì con i diretti interessati con esempi concreti, tramite anche materiale fotografico”. Traduzione: c’è un ordine del giorno che dovrebbe andare in Commissione. Il testo “impegna” sindaco e giunta a rivedere da capo tutta la questione. Dalle fondamenta.

“Ad oggi le risorse per la cura del verde, le manutenzioni e la pulizia sono state drasticamente tagliate, in alcune aree i servizi sono stati addirittura sospesi – sostiene Alessandra Vezzosi, vice-presidente della Commissione Bilancio – inoltre per l’adozione dei parchi cittadini, delle aree verdi e dei giardini storici da parte di associazioni territoriali sono state stanziate cifre ridicole: in totale 6 mila euro per tutte le 39 aree verdi pari ad oltre 100 mila metri quadri, con corresponsione di contributi sostanzialmente inesistenti (300 euro per un intero anno per superfici di 1.000 metri quadri, 500 euro annui per quelle fino a 10.000 metri quadri e 700 all’anno per le superfici superiori a diecimila metri quadri)”.

E tanto che c’è, il Pd martella: “Non a caso – continua il consigliere Bori – su 39 parchi messi a bando oltre la metà sono rimasti orfani. Alle associazioni vengono imposti obblighi al di sopra delle loro forze e delle loro possibilità, come la vigilanza e controllo dell’area verde, lo svuotamento dei cestini, la gestione e pulizia dei servizi igienici, la pulizia delle fontane, l’attività di sfalcio, fino ad addirittura la manutenzione ordinaria quali ripulitura, impregnamento e verniciatura delle opere (tavoli, panchine, giochi, etc.), oltre alle operazioni di pulizia dai rifiuti dell’area (carta, plastica, immondizia, etc.)”. Morale: “Un sistema che non funziona”.

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