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Elezioni, Ribecco (Casapound): "Romizi su immigrazione legato alle coop del business dell'accoglienza"

Abbiamo intervistato in vista delle elezioni comunali del 26 maggio il candidato sindaco del movimento di destra sociale Casapound Antonio Ribecco

Abbiamo intervistato in vista delle elezioni comunali del 26 maggio il candidato sindaco del movimento di destra sociale Csapound Antonio Ribecco.
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Casapound è ormai è un movimento radicato a Perugia: quali sono le criticità maggiori della città a cui la politica deve dare una risposta immediata?
La risposta immediata va data prima di tutto a livello lavorativo e di conseguenza economico. Solo intervenendo sulla ricchezza del territorio si può innescare quel circolo vizioso che poi a cascata porterà benessere per andare ad agire su tutte le altre tematiche. Più lavoro significa meno disagio sociale e maggior aiuto ai giovani, più attività aperte significano più vita nei quartieri e di conseguenza maggior controllo e meno microcriminalità. Non è un caso se il nostro primo punto del programma è un progetto di sostegno alle piccole e medie imprese, che da sempre hanno rappresentato il motore trainante del nostro tessuto economico e sociale ed oggi si vedono schiacciare dalle società di capitali e dalla larga distribuzione a cui anche questa giunta ha prestato il fianco con aperture di nuovi centri commerciali. Non lo diciamo noi ma lo dicono i dati della camera di commercio di Perugia: la piccola impresa, l'artigianato, il mondo delle partite Iva sta scomparendo lasciando terreno ai grandi gruppi e tutto questo è distruttivo per l'economia locale. Per poter difendere l'unicità del nostro centro storico, che oltre alle vetrine vuote si sta riempiendo di franchising e marchi collegati a multinazionali uguali a quelle dei centri commerciali dove si ha a disposizione parcheggi gratuiti, comodità, accesso facilitato, occorre intervenire per garantire la facilità di accesso al credito per avviare, manutenere e ristrutturare attività, occorre regolamentare la TARI in base al tipo di attività, consumo, tipologia di rifiuti prodotti e affittare con agevolazioni comunali quei locali sfitti a chi intenda avviare attività che abbiano un richiamo identitaria del nostro territorio a livello artigiano, culturale ed enogastronomico.

La sicurezza dei quartieri a rischio passa per quale strategia possibile? Esercito si o esercito no sulle strade di Perugia, come già accade in altre parti d'Italia?
Il problema della sicurezza è tangibile ed esistono leggi nazionali che possiamo e dobbiamo assolutamente applicare nel nostro territorio per cercare di risolverlo. Per questo siamo a favore di un impiego temporaneo dell'esercito, per prevenire la criminalità legata al fenomeno irrisolto ed ormai incontrollabile della droga, con servizi di vigilanza coordinati dal Prefetto e con un pattugliamento congiunto con altre forze di polizia. Inoltre abbiamo in mente un grande piano antidegrado e in favore della sicurezza per Perugia, una vera e propria rivoluzione che vedrà riunirsi in un coordinamento stabile, forze di polizia, incaricati al pubblico servizio, addetti al controllo e cittadini volontari, al fine di creare una presenza fissa capillarmente dislocata in ogni zona della città. In questo modo verrà attivato un monitoraggio quotidiano dei quartieri, utile a fronteggiare in modo sistematico tutto ciò che possa influire negativamente sulla qualità della vita dei perugini e di chi la rispetta.
Ma ruolo fondamentale deve giocarlo il comune, fornendo un piano organizzativo adeguato alla polizia municipale per avviare un censimento serio e determinato per verificare ogni singola reale locazione nelle abitazioni dei quartieri a rischio, andando a punire gli affittuari irregolari ma avviando dove necessario le pratiche di espulsione immediata, come prevede la legge, ovvero il "Testo unico sull'immigrazione".

Prima della Lega, siete stati voi a coniare lo slogan di Prima gli Italiani: come si traduce in atto pratico in un vosto ipotetico governo cittadino?
Nel rimettere veramente e non a colpi di slogan gli italiani in cima alle graduatorie degli asili nido e delle case popolari grazie alla modifica del regolamento Isee che da accesso alle prestazioni sociali, rendendo obbligatorio ai cittadini extracomunitari e a tutti i familiari di fornire le certificazioni originali tradotte dei beni immobili posseduti nel paese d'origine, infatti non può bastare l’autocertificazione come è attualmente. L’autocertificazione favorisce i cittadini extracomunitari per scalare le graduatorie, poichè rende difficoltoso il controllo della veridicità delle dichiarazioni presentate; tutto questo permette di avere un ISEE molto basso così da accedere a tutte le agevolazioni previste, quali mense scolastiche, asili nido e
case popolari. È perciò necessario che i dichiaranti presentino i documenti originali delle proprietà. Ciò si può fare recependo il DPCM 159/2013, “Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)" e il Decreto attuativo emesso in data 07.11.2014. Il presente
regolamento individua le misure organizzative per l’effettuazione dei controlli sulla veridicità dei contenuti delle Dichiarazioni Sostitutive Uniche presentate.

La destra sociale a cui vi ispirate è da sempre fautrice di un welfare importante. Tra le vostre ricette svetta il mutuo sociale per risolvere la questione occupazione. Di cosa si tratta e se applicabile a Perugia.
È assolutamente applicabile anche a Perugia, nella città del "partito trasversale del cemento", dove centinaia di palazzinari nel tempo hanno fatto affari sostanziosi e dove ci ritroviamo con troppi, centinaia e centinaia di appartamenti vuoti. Il 'Mutuo Sociale' è uno dei nostri primissimi progetti ideati per garantire un diritto fondamentale : il diritto alla PROPRIETÀ della casa. Un diritto diventato ormai utopico. Si tratta della creazione di un ente pubblico che si occupi di costruire case ispirandosi ai
modelli di bio-architettura e utilizzando fonti energetiche rinnovabili e materiali a basso impatto ecologico, in quartieri di bassa densità abitativa, utilizzando terreni del demanio pubblico ed aree edificabili che risultino a costo zero. I progetti per questi quartieri verranno assegnati a bandi pubblici per concorsi tra giovani professionisti ed atenei di architettura ed
urbanistica. Abbattendo i costi di costruzione e progettazione, ed essendo i quartieri di proprietà pubblica, il prezzo finale di una casa di 100mq potrebbe essere di circa 80.000 euro. La vendita delle case, poi, riservato a famiglie che non possiedano già un’altra abitazione o immobile, prevede il pagamento rateale al prezzo di costo. L’importo delle rate non potrà superare la misura di un quinto delle entrate della famiglia, rate che saranno sospese nel caso in cui l’intestatario perda il lavoro e intervenga una causa di forza maggiore come la disoccupazione. Ma in una città come la nostra dove appunto siamo pieni di appartamenti vuoti, anche comunali bisognerebbe prima mettere in campo questo ente per garantire un tetto a chi non ce l'ha, dandogli possibilità con la stessa logica finanziaria del Mutuo Sociale di diventarne proprietario.

Casapound ha bocciato il governo romizi sull'immigrazione. Dove ha sbagliato? Sull'immigrazione, su cui ha battuto molto nella campagna elettorale del 2014 ha sbagliato su tutto, legandosi alle cooperative del business dell'accoglienza e favoreggiandole nei loro affari sulle spalle degli immigrati stessi e della città intera. Uno su tutti l'ultimo caso dell'edificio di via del Favarone, a Monteluce. Struttura di proprietà Ater ristrutturata con fondi regionali destinati all' edilizia residenziale pubblica che per volere dell'assessore alle politiche sociali, con un semplice accordo, senza passare per il consiglio comunale che è sovrano è stato trasformato in centro d'accoglienza ospitante tutti i richiedenti asilo con progetto SPRAR del comune, inizialmente accolti a pratica diffusa, in modo da favoreggiare le solite cooperative che l'assessore stesso raccomandava qualche mese prima con una lettera di gradimento al prefetto.

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