rotate-mobile
Politica Centro Storico / Corso Pietro Vannucci

Perugia, coppie omosessuali e matrimoni, fumata nera in Comune: tutto rimandato

In Commissione anche Romizi:"“Non ci sto che si dica che il sindaco e questa amministrazione sono omofobe"

Materia che scotta a Palazzo dei Priori. E a Perugia. La IV commissione Cultura del Comune ha discusso nella seduta di martedì 6 ottobre due ordini del giorno presentati dai consiglieri del gruppo Pd, il primo relativo al riconoscimento e tutela delle coppie formate da persone dello stesso sesso e il secondo alla trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero. Il risultato? Zero. Tutto rimandato alla settimana prossima.

“Rispetto al riconoscimento e alla tutela delle coppie omosessuali – riporta la nota del Comune - , i consiglieri proponenti, pur riconoscendo il compito del governo e del parlamento in tal senso, chiedono alla Giunta di mettere in campo tutte la azioni politiche ed istituzionali per chiedere al Parlamento di rispondere al più presto all’invito, rivoltogli dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 138 del 2010, ad approvare subito una disciplina di carattere generale che regoli diritti e doveri delle coppie formate da persone dello stesso sesso, riconoscendo così un diritto fondamentale. In secondo luogo, anche a promuovere iniziative di inclusione dirette a tutte le famiglie, comprese quelle omogenitoriali, rispettose dei diritti e dei doveri per ciascuna di esse”.

“In Italia, oggi, - ha detto la consigliera Bistocchi nel presentare l’atto- esiste una realtà assai diffusa di convivenze omosessuali stabili, spesso con figli, che alla luce del sole reclamano tutela giuridica e uguaglianza dei diritti. Al contempo, il legislatore nazionale tarda a dare seguito a tutte le sollecitazioni delle Corti italiana ed europea e a legiferare in materia di unioni omosessuali. Il Parlamento Europeo, del resto, ha chiesto più volte agli Stati dell’Unione di rimuovere “gli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni”. Anche la Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che la relazione sentimentale e sessuale tra due persone dello stesso sesso rientra nella nozione di “vita familiare”, il cui rispetto è garantito dall’articolo 8: dunque le coppie omosessuali rientrano a pieno titolo nella nozione giuridica di “famiglia” (sentenza Schalk and Kopf), estensione pienamente recepita nella giurisprudenza italiana in particolare dalla Cassazione sentenza n. 601/13. La stessa Corte Europea, con pronuncia del 21 luglio 2015, ha anche stabilito che l’Italia ha fallito nell’osservare gli obblighi positivi che derivano dall’articolo 8 stesso.

L’impossibilità di potere accedere al riconoscimento pubblico della propria condizione sociale di coppia –concludono i consiglieri PD- non rappresenta solo una violazione del principio di uguaglianza nell’accesso a diritti concreti ma comporta anche una lesione della propria dignità individuale e di coppia. Un ostacolo al benessere individuale e una fonte di stress sociale a cui viene ingiustamente sottoposta una parte della popolazione a causa di una condizione personale, in violazione del principio di non discriminazione per orientamento sessuale.

Rispetto al secondo ordine del giorno sull’argomento, relativo alla trascrizione dei matrimoni contratti all’estero, i proponenti chiedono al Sindaco di emanare una apposita Direttiva con la quale dispone che il Servizio anagrafe, stato civile ed elettorale del Comune di Perugia e, per esso, i delegati alle funzioni di Ufficiale di Stato civile provvederanno a trascrivere nell’archivio di cui all’art. 10 DPR 396/2000, su richiesta degli interessati, previo scrutinio della documentazione prodotta ai sensi degli artt. 21 e 22 del medesimo DPR, gli atti attestanti la celebrazione di matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso.

Nell’atto, come il conigliere Bori ha sottolineato nel corso della presentazione, si afferma che le norme di diritto internazionale privato attribuiscono ai matrimoni celebrati all’estero tra cittadini italiani ovvero tra italiani e stranieri immediata validità e rilevanza nel nostro ordinamento, sempre che essi risultino celebrati secondo le forme previste dalla legge straniera – e quindi spieghino effetti civili nell’ordinamento interno dello Stato straniero (Cass. civ. n. 10351/1998). Inoltre, il matrimonio tra persone dello stesso sesso produce effetti nel nostro ordinamento tutte le volte in cui occorra far applicazione di norme di fonte Europea, nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 9 della Carta di Nizza.

Consideriamo anche, proseguono i consiglieri, che, secondo quanto precisato dalla Cassazione con sentenza 4184/12  “la trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, non è contraria all’ordine pubblico” e che con Ordinanza del 3 aprile del 2014, il Tribunale di Grosseto ha confermato che la trascrizione di un matrimonio celebrato all’estero anche fra persone dello stesso sesso è un onere formale che non comporta nessuna valutazione nel merito da parte dell’Ufficiale dello Stato Civile. Negli ultimi mesi, inoltre, si sono succedute numerose sentenze di tribunali ordinari e amministrativi (da ultimo, Corte d’Appello di Napoli, sent. 13.3.2015; Tribunale di Grosseto, decreto 17.2.2015; TAR Lazio, sent. 9.3.2015 che dichiara illegittimo il provvedimento prefettizio di annullamento della trascrizione del matrimonio) che confermano la necessità di riconoscere a persone sposate all’estero il loro vincolo di coniugio e i diritti-doveri che ne discendono anche in Italia.

Bori ha evidenziato come già in altri Comuni, tra i quali Fano, Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Empoli, Reggio Emilia, Sesto Fiorentino, Udine, Piombino, Palermo, Siracusa e Grosseto, i sindaci hanno emanato specifiche direttive che permettono agli ufficiali di stato civile di procedere alla trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso. Sia il consigliere Bori che la collega Bistocchi hanno invitato i membri della commissione a non fare degli odg una questione ideologica, perché si tratta di decidere rispetto ad un diritto fondamentale, riconoscendo il quale non si ledono i diritti degli altri.

Subito dopo i proponenti ha preso la parola l’Assessore Diego Dramane Wagué che ha tenuto a sottolineare come non sia compito del Sindaco legiferare, quanto piuttosto del parlamento; compito del Primo cittadino è semmai applicare e far rispettare le leggi nazionali. “Quello che mi sconvolge –ha detto Wagué- è che si chieda ad un sindaco di legiferare su un tema rispetto al quale nella nostra società non solo non si è raggiunta nessuna posizione minimamente condivisa, ma esiste una contrapposizione sempre più accesa tra visioni diverse. Se è venuto il tempo di riscrivere il nostro contratto sociale questo non lo può fare certo una singola persona, partendo dalla propria visione soggettiva del mondo”. Wagué ha, quindi riportato l’esperienza del Registro delle coppie di fatto, istituito dal Comune nel 2003, che da allora ad oggi ha visto l’iscrizione di sole 20 coppie, di cui 13 eterosessuali e 7 omosessuali.

A ribadire la posizione dell’amministrazione, è intervenuto anche il sindaco Romizi che, data l’importanza dell’argomento, ha voluto essere presente in commissione. “Non ci sto che si dica che il Sindaco e questa amministrazione sono omofobe –ha detto il Sindaco- né che si dica che il Sindaco sia ostaggio di alcuni consiglieri più conservatori o che abbia dato direttive agli ufficiali di stato civile di non trascrivere. Sono affermazioni false e infondate e le azioni che abbiamo sostenuto, pur attirandoci qualche critica, lo dimostrano.” Il primo cittadino ha comunque ribadito che compito di un sindaco sia applicare la legge: “Sono convinto –ha concluso- che sia da rivedere l’ordinamento normativo alla luce dell’evoluzione della società, ma l’unico che può farlo è il Parlamento e i sindaci che lo hanno fatto hanno compiuto un’azione arbitraria, provocatoria e strumentale.”

Nel dibattito è quindi intervenuto l’avvocato Rotelli, in qualità di esperto, che ha chiarito ai consiglieri alcuni aspetti tecnico-normativi. L’avvocato ha premesso che il riconoscimento e la garanzia di diritti fondamentali sono individuati dalla nostra costituzione non in maniera separata. Anche se il legislatore nazionale è stato sempre latitante a questo proposito, indipendentemente dalla maggioranza di governo, la giurisprudenza non è stata altrettanto ferma. Al contrario, su sollecitazione delle stesse persone che volevano vedersi garantito un diritto fondamentale, è intervenuta e ha dato risposte. In particolare, si parla qui di diritto al matrimonio e di diritto alla famiglia, che come ha spiegato l’avvocato, nell’ordinamento italiano  sono disciplinati separatamente. La sentenza 138/2010 della Corte di Cassazione –ha spiegato- invita il legislatore a decidere se estendere il matrimonio o comunque a introdurre un istituto alternativo. In questo senso, ha precisato ancora l’avvocato, va rivisto anche il testo dell’odg sul riconoscimento delle coppie di fatto tra persone dello stesso sesso.

Per la trascrizione il discorso è ancora più tecnico: “una cosa –ha detto l’avvocato Rotelli- è la celebrazione del matrimonio in Italia che oggi non è possibile, e un’altra la trascrizione di un matrimonio contratto all’estero, per i motivi riportati anche nell’atto. La sentenza 4184/2012 della Corte di Cassazione ha, infatti, affermato che il matrimonio è valido se contratto secondo le leggi del paese in cui viene celebrato. In Italia, semmai, non ha effetti giuridici, ma –ha precisato sempre l’avvocato- anche questo non è del tutto vero, diciamo che ha effetti giuridici limitati, perché i cittadini italiani sono anche cittadini europei e in Europa la nozione di matrimonio è più ampia che da noi, anche se la competenza sul diritto di famiglia resta comunque in capo ai singoli stati membri.
A conclusione del suo intervento l’avvocato ha precisato che al Sindaco non viene chiesto di legiferare al posto del parlamento, ma di trascrivere un matrimonio contratto all’estero per dare all’atto stesso pubblicità. Anche su quest punto ha suggerito di modificare l’impegno proposto nel relativo odg.

Il consigliere Otello Numerini, nel chiedere ai proponenti di voler rinviare la votazione dell’atto alla seduta successiva della commissione al fine di poter avere anche altri contributi da parte di esperti in materia, ha riportato ai commissari il testo della sentenza del TAR del Lazio n. 3912 del 9 marzo 2015 dove, tra le altre cose si afferma che “Spetta all’ufficiale di stato civile, ai fini della trascrizione, il potere/dovere di verificare la sussistenza dei requisiti sostanziali necessari per celebrare un matrimonio che possa avere effetti giuridici rilevanti. Sotto questo profilo, ai sensi del codice civile, la diversità di sesso tra i nubendi costituisce un requisito sostanziale necessario affinché il matrimonio abbia effetti giuridici all’interno dell’ordinamento italiano (…) La normativa nazionale che non consente la celebrazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e la sua trascrizione nei registri di stato civile è stata ritenuta costituzionalmente legittima.(…)”. Lo stesso consigliere ha ricordato che la sentenza ha annullato la circolare del Ministero degli Interni, non sul merito della questione, ma solo sulla possibilità di ricorrere ai prefetti piuttosto che alla giustizia ordinaria per annullare le trascrizioni.
“Malgrado una mia identità culturale lontana dal disposto degli odg –ha affermato Numerini- ritengo che si debba prendere atto di un cambiamento della società a cui il legislatore deve porre attenzione. A mio avviso il legislatore dovrebbe intervenire a regolare non solo questa di cui si dibatte oggi, anche altre forme di convivenza non necessariamente legate ai sentimenti”.

Solo sull’ordine del giorno relativo alla trascrizione è intervenuto il funzionario di Stato civile, il dottor Bruschi, che ha precisato come gli stessi funzionari si assumano in prima persona la responsabilità della trascrizione medesima di un atto. Nell’unico caso avvenuto a Perugia –ha precisato- la trascrizione non è stata fatta a fronte di una serie di sentenze già citate e del codice civile. Un sindaco che dia direttive diverse se ne assume in pieno la responsabilità, in più dobbiamo tener conto che non è del tutto esatto sostenere un atto trascritto serva solo ai fini di pubblicità perchè è una certificazione a tutti gli effetti.
D’accordo con il consigliere Numerini si è detto il consigliere di Forza Italia Piero Sorcini, che ha anche voluto ribadire come sostenere che il Sindaco e l’amministrazione siano omofobi è solo strumentale. Sorcini ha sottolineato anche che se il registro per le coppie di fatto non ha sortito grandi effetti è anche perché a quel registro non c’è un riscontro concreto, almeno non finchè il Parlamento non decide di fare una legge significativa al riguardo.

Infine, è intervenuto anche Roberto Mauri, in rappresentanza di Omphalos Perugia, che ha riconosciuto all’amministrazione Romizi alcune scelte significative, ribadendo tuttavia che la scelta di non trascrivere il matrimonio tra due concittadini omosessuali contratto a Londra sia stata una precisa scelta politica. “Si tratta – ha detto- di dare a tutti i cittadini di Perugia uguaglianza di possibilità, per arrivare alla realizzazione personale e quindi sociale. E’ vero che manca una normativa nazionale ed è vero anche che lo Stato si deve prendere carico della comunità LGBT che esiste, ma è importante che l’invito al Parlamento in tal senso venga da Perugia, capoluogo di regione. Sarebbe un gesto simbolico importante, che non toglierebbe niente alla comunità degli eterosessuali.”

Al termine del dibattito il Consigliere Tommaso Bori, a nome di tutti i proponenti, ha accettato di rinviare la votazione sia per apportare alcune modifiche al testo come suggerito dall’avvocato Rotelli, sia per ascoltare altri esperti, anche con l’obiettivo di fare degli ordini del giorno atti condivisi dalla commissione.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perugia, coppie omosessuali e matrimoni, fumata nera in Comune: tutto rimandato

PerugiaToday è in caricamento