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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Centro Storico / Corso Pietro Vannucci

“Bilancio del Comune di Perugia: previsioni gonfiate ed assenza di equità”

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Cristina Rosetti, capogruppo del Movimento 5Stelle al Comune di Perugia che denuncia "previsioni gonfiate e assenza di equità" nel bilancio di previsione 2015 di Palazzo dei Priori

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Cristina Rosetti, capogruppo del Movimento 5Stelle al Comune di Perugia che denuncia "previsioni gonfiate e assenza di equità" nel bilancio di previsione 2015 di Palazzo dei Priori.

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"Prima seduta sul bilancio di previsione, all’esame della II Commissione, questa mattina, il PAVI (piano delle alienazioni) e le aliquote di IMU e Tasi. Un’imposizione fiscale complessiva, fatta di aliquote massime, che non accenna ad attenuarsi, e un’assenza totale di visione. Il Piano delle alienazioni prevede, fra gli altri, la vendita di ex scuole e di una serie di appartamenti del centro storico (circa sette) che l’Amministrazione da anni non riesce a vendere. Ad esempio, i cinque appartamenti di Via Oberdan, le cui aste dal 2012 ad oggi sono andate deserte.

Ed allora, perché l’Amministrazione non utilizza questi immobili per fare quella politica di ripopolamento del centro storico, di cui tanto si è parlato, ma per cui poco o nulla si è fatto ad oggi, dandoli in locazione, magari a giovani coppie? Perché invece di lasciare edifici in abbandono anche in piccole frazioni della città, nell’attesa di vendere, il Comune non le dà in gestione alla popolazione locale o non valuta progetti di rigenerazione condivisa? Stupisce, inoltre, l’inserimento nel piano delle alienazioni di Palazzo Rossi Scotti, la cui destinazione è, ad oggi, quella di ospitare uffici giudiziari, per cui la vendita è pertanto ipotesi molto remota. Guardando al suo valore, 1.500.000 euro, forse si fa male a pensare che sia stato inserito per aiutare il pareggio di bilancio?

Sulla fiscalità, poi, il Comune decide di bypassare il principio di equità, confermando l’applicazione delle detrazioni della Tasi, sulla base del solo parametro della rendita catastale; parametro che potrebbe portare a distorsioni stante sia il mancato adeguamento che le classificazioni censuarie, che spesso determinano, a parità di immobili, magari nella stessa area, rendite catastali molto diverse. In un periodo storico in cui la forbice tra ricchi e poveri si è ampliata, si sarebbe potuto e dovuto fare di più e inserire, come tanti comuni hanno fatto, anche un parametro correttivo che guardi alla ricchezza  complessiva del contribuente, in modo da applicare il principio costituzionale della progressività. Lo stesso si sarebbe dovuto fare per la detrazione applicata ai nuclei familiari con figli, compresa la detrazione per le famiglie con più di tre figli, in presenza di rendita catastale superiore ai 450 euro, inserita ex novo dalla Giunta, che però, guarda caso, non pone nessun tetto, né pone alcuna distinzione in base al reddito. Ma probabilmente si doveva rispondere a qualche promessa fatta in campagna elettorale.

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