rotate-mobile
Politica

Pd nel caos, Verini tira fuori la lettera: "Basta estremismi rissosi, pensiamo al futuro dell'Umbria"

Il commissario contro i '104' dell'assemblea regionale: "Basta con le polemiche interne"

E la luna bussò, ma con il carico. Il commissario del Partito Democratico dell'Umbria alla fine si affida alle 'carte' (no, non quelle bollate) per chiudere la questione dello scontro interno all'arma bianca con i '104' (ora 100, in quattro si sono sfilati poche ore prima dell'attacco frontale) dell'assemblea regionale. Perché, è questo il punto, c'è da scegliere chi candidare alle prossime elezioni regionali. Ergo, c'è da decidere chi decide nel Pd sui nomi da mettere in campo e in lista. Consiglieri, sì, ma anche il candidato presidente. Roba non da poco.

E allora? C'è la lettera. La carta di Verini per chiudere la questione e scacciare l'ombra delle vie legali evocata dai 100 dell'assemblea regionale nata dall'asse Bocci-Marini. Dice il commissario: "Mettiamo quindi da parte polemiche ormai superate sulla validità o meno di questo o quell'organismo. La volontà del segretario nazionale, lo scorso 12 aprile, era chiara. Già oltre un mese fa, ricordo, ho ricevuto una lettera della segreteria nazionale con la quale mi si chiedeva, come Commissario, di procedere alla nomina del tesoriere "vista  la decadenza dell'assemblea regionale e degli organi da essa deliberati". Successivamente ci sono state nel Pd umbro prese di posizione contrarie a questa interpretazione. A questo punto, circa una settimana fa ho ricevuto una nuova lettera dalla segreteria nazionale che conferma inequivocabilmente la determinazione originaria". Giù, sul tavolo.

Ecco il testo della lettera: "Carissimo, a seguito della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il segretario regionale dell’Umbria, con conseguente privazione della sua libertà personale, la direzione nazionale ha disposto il commissariamento del Pd umbro e la nomina di un commissario allo scopo di svolgere le funzioni del segretario, nel frattempo dimessosi dalla carica e dal partito. In seguito a tali eventi il Pd nelle elezioni locali ha riportato sconfitte, che segnano in negativo l’andamento elettorale rispetto al resto del panorama nazionale. Nonostante i tentativi esperiti allo scopo di dare al partito un assetto dirigenziale provvisorio, condiviso e plurale non si è placata una aspra conflittualità interna che, anche a causa di prese di posizione pubbliche, ha ulteriormente esposto il nostro partito al rischio di un grave discredito. A tale situazione occorre reagire ristabilendo un quadro di chiarezza e mettendo il Pd umbro nelle condizioni di rivolgersi alla società regionale con il necessario grado di discontinuità. Si ritiene a questo punto opportuno e necessario ribadire che, al fine di celebrare in un tempo congruo un congresso che riavvii il normale svolgimento della vita democratica interna, ai sensi dell’Art. 17 dello Statuto, su delega espressa del Segretario, si intendono revocati tutti gli organismi del Pd umbro eletti congiuntamente al segretario Bocci". Ed è firmata da Andrea Martella, Coordinatore della Segreteria, e da Stefano Vaccari, Responsabile Organizzazione. I sostenitori del commissario del Partito Democratico ci leggono una sola cosa, che suona più o meno così: tabula rasa.

Per il commissario Verini "la sostanza politica era chiara fin dall’inizio. Ora lo è anche di più. Credo anche quella formale. Non possiamo costringere tutti a pensarla allo stesso modo, anche su questioni come queste. Tuttavia ci sembra chiaro, urgente e necessario che adesso si passi, tutti insieme e con una fortissima apertura alla società, a una fase davvero nuova. Quella in cui il Pd discute e decide di come portare in dote alla nostra terra e all'alleanza che costruiremo, il meglio delle nostre esperienze di governo regionale e locali insieme ai necessari elementi di discontinuità e forte innovazione che gli umbri si aspettano".

E quindi che si fa dalle parti del Partito Democratico dell'Umbria? Per Verini barra a dritta, avanti tutta e ci si vede lunedì. Giorno in cui "ci ritroveremo, come gruppo dirigente effettivo e allargato del Pd umbro (segretari città, sindaci, parlamentari, consiglieri regionali, membri assemblea nazionale, personalità) per cominciare a costruire e decidere insieme il percorso, i programmi, le alleanze, le candidature che porteranno il Pd, tante forze civiche, progressiste e riformiste di questa regione, ad affrontare uniti la sfida delle prossime regionali".

E di nuovo il mantra 'a testa alta', marchio di fabbrica del Pd a guida Verini: "Una sfida - scrive il commissario - , nonostante le evidenti difficoltà e problemi che abbiamo attraversato e ancora attraversiamo, del tutto aperta. Siamo convinti che una Destra divisa e dannosa per l'Italia sarebbe altrettanto dannosa per l'Umbria. E la società regionale ne è consapevole. Per questo credo ci siano e ci debbano essere tutte le condizioni per mettere  da parte polemiche interne, estremismi rissosi e concentrarci su cose che interessano i cittadini: le nostre idee su quale Umbria vogliamo costruire in futuro, quale sostenibilità ambientale, che significa qualità della vita e dell'ambiente ma anche crescita e occupazione, quali proposte per il lavoro, per la trasparenza e la legalità. E tanto altro ancora". 

La lettera ha scongiurato la guerra? Sì, no, forse.  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pd nel caos, Verini tira fuori la lettera: "Basta estremismi rissosi, pensiamo al futuro dell'Umbria"

PerugiaToday è in caricamento