rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Il Pd perugino copia la strategia del vecchio Pds perugino: in caso di crisi mandare avanti un professore moderato. La missione Polinori

In principio i Prof prestati alla politica furono Maddoli e Bracalente, ma poi tornarono subito i politici di lungo corso (Locchi e Lorenzetti). Tutte le sfide di Polinori, tutte le anime del partito e il nodo irrisolto: primarie si o no? Alleanze con chi? E se fosse lui l'anti-Romizi?

La formula è sempre quella: in caso di crisi pesante ingaggiare un docente universitario, da pochi anni tesserato, dalla storia rassicurante e con un buon curriculum e che non abbia legami visibili con quella classe dirigente da mandare nell'oblio e con quella attuale (politica) da tutelare e valorizzare nelle urne. In principio, poco dopo tangentopoli, furono il Pds-Ds - erede del partito Comunita Italiano - che scelsero Maddoli candidato sindaco a Perugia e poi Bracalente, a capo dell'Umbria. Una stagione breve che rilanciò i due amministratori più politicizzati e partitici di sempre: Renato Locchi e la ZaRita (Lorenzetti).

Ora dopo la sconfitta di Perugia e in altre importanti piazza comunali umbre, la scissione, la sinistra-sinistra in cerca di unità, la risicata vittoria alle regionali, Il Pd - nato dall'unione dei Ds e della Margherita - rispolverà questa formula anche se ancora da definire: ecco che con 83 voti favorevoli al congresso comunale è stato eletto nuovo segretario comunale Paolo Polinori, professore all'Unipg di economia politica, tesserato da 5 anni fa ma senza acuti o visibilità. Ora tocca a lui, moderato, e che è convinto in meno di due anni di mettere in piedi una coalizione ampia di centrosinistra per battere il centrodestra al potere del sindaco Andrea Romizi. Dietro di lui un partito perugino se non da ricostruire da rimettere in piedi (circoli da riempire, altri da rimontare pezzo dopo pezzo) e una classe dirigente non proprio unita e che si gioca varie caselle (candidato sindaco, posti in lista, egemonia territoriale).

I leonelliani hanno un 35% dei delegati del Pd perugino, un 15 per cento è in mano ai giovani turchi vicini alla Marini, un 40 per cento ai bocciani (Bocci sottosegretario) e un 10 per cento gli orlandiani della senatrice Valeria Cardinali. Il prof-segretario può contare adesso su tutti ma nessun al momento frammento di Pd è suo. Dovrà scavare negli animi per farsi un posto da politico e non solo da professore prestato alla politica locale. Lo sa benissimo ed è per questo che nel suo discorso di investitura ha puntato molto sull'apertura al Pd verso indipendenti di peso, verso le associazioni territoriali (non solo quelle tradizionali e dichiaratamente di sinistra), i comitati e il mondo del lavoro e delle professioni.

Aprire le finestre per far perdere peso alle correnti. Solo nella seconda parte del discorso Polinori ribadisce che è importante il contributo dei circoli che devono lavorare a stretto contatto con la segreteria. Restano irrisolti tre problemi: come verrà selezionato il nuovo candidato sindaco anti-Romizi? Meglio puntare sulle liste civiche al primo turno (come alleati) oppure da subito l'accordo con la sinistra e gli scissionisti di Mdp? Siamo sicuri che la sua ambizione è solo quella di regista e non da attaccante (ovvero candidato sindaco) dato che il suo profilo rassicurante, moderato possa essere compatibile per uno sfidante vero del sindaco Romizi?

Ps: A Polinori e a tutto il Pd perugino guardano i colleghi di tutta la regione: se Perugia non torna in mano al Pd, la Regione un anno dopo sarà ancora contendibile. Messaggio chiaro e forte. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Pd perugino copia la strategia del vecchio Pds perugino: in caso di crisi mandare avanti un professore moderato. La missione Polinori

PerugiaToday è in caricamento