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Regionali, il Partito Comunista di Rizzo (1,6% alle Europee) candida Rubicondi: "Il lavoro è la vera sfida"

Candidato presidente il sindacalista che rinunciò ad un comodo posto alla Cgil per tornare in fabbrica. Il duro attacco

Rossano Rubicondi è il candidato presidente della Giunta regionale del Partito Comunista; partito che in Umbria alle ultime europee ha ottenuto l'1,6 per cento, qualcosa come 7mila voti. Marco Rizzo, già onorevole e segretario nazionale del partito con la Falce e il Martello, ha ufficializzato e presentato la prima candidatura in vista delle urne del 27 ottobre prossimo. E' la prima volta che il Partito Comunista - ovviamente ricostituito - si presenta alle Regionali in Umbria e lo farà senza nessuna alleanza e presentando una lista di candidati tutti espressione del mondo del lavoro o studenti.

"Gli occhi di tutto il Paese  ha spiegato Rizzo - sono puntati sull'Umbria e non potevamo non esserci. L'attenzione era già alta per via degli scandali che hanno travolto il Partito Democratico nell'inchiesta sulla sanità, ora è salita ulteriormente perchè sarà il primo banco di prova per il Governo dei trasformisti guidato da Conte. Un Governo appoggiata ufficialmente e senza pudore da poteri forti. Ma non chiamatelo governo giallo-rosso... di rosso non c'è niente tranne la vergogna. Vi ricordo che il Pd è quel partito che ha tolto i diritti dei lavoratori votanto il Job Act, abolendo l'articolo 18 e sostenendo la precarizzazione. Di rosso come detto non c'è niente".

Il leader nazionale Rizzo spara a zero anche sul Movimento 5 Stelle: "Hanno ragione quando dicono che non sono di destra e di sinistra. Infatti loro sono per Franza o Spagna purchè se magna. Sapete perchè si scannano in Umbria da destra a sinistra senza presentare un candidato ufficiale. Perchè si battono per le poltrone, solo quelle. E lo stesso vale per il Governo dove tacciono sui programmi ma sui sottosegretari è andata in scena un'altra lotta". 

Rossano Rubicondi è il candidato del partito comunista perchè è espressione dei lavoratori e anche "perchè ha avuto il coraggio di rinunciare ad un posto in Cgil tornando in fabbrica a lavorare dato che non condivideva l'abbandono delle lotte per i diritti da parte del maggiore sindacato umbro". Il suo programma è quello di riportare al centro il lavoro nell'agenda politica regionale, di tutelare i diritti e di finanziare occupazione stabile. 

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