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Tumori in Umbria, l'allarme del luminare Roila: "Pochi fondi: tra poco non si potrà fare più ricerca"

L'allarme lanciato in commissione regionale dove si sono affrontate le criticità a riguardo della rete oncologica dell'Umbria e del registro regionale dei tumori

"Con i fondi di cui disponiamo fra poco non si potrà fare più ricerca". Lo ha detto chiaro e forte, in commissione regionale, il dottor Fausto Roila riferendosi al suo settore di cui è coordinatore: la rete oncologica dell'Umbria. Stiamo parlando del male per eccellenza che non risparmia nessuna famiglia umbra. E quindi le parole del professore fanno sia riflettere che preoccupare. Ma c'è dell'altro purtroppo: “Siamo al collasso, ogni giorno visitiamo 150 persone che aspettano anche diverse ore, il personale è all’esasperazione, senza contare il problema del ‘burn out’, con medici che entrano in ambulatorio alle 8 di mattina per uscirne alle 7 di sera. In questa condizione non posso criticare qualcuno ma è un dato di fatto che ciò che era un gioiello sta andando allo sfacelo”.

Bisogna dunque correre subito ai ripari dopo anni di una pianificazione politica che evidentemente non è stata adeguata. Al potenziamento stanno  lavorando di comune accordo sia gli esponenti della maggioranza (la presidente Pace-FDI e i consiglieri della Lega Paola Fioroni, Francesca Peppucci e Valeria Alessandrini) che della minoranza (Tommaso Bori e Michele Bettarelli del Pd, Andrea Fora-Patto civico per l’Umbria).“Il nostro obiettivo è giungere quanto prima a una proposta politica che rafforzi la rete oncologica regionale e riaffermi l’importanza strategica del Registro tumori”: hanno scritto i commissari al termine dell'audizione . Ascoltati dei responsabili dello screening oncologico di Usl Umbria 1, Donata Giaimo, e Usl Umbria 2, Rosa Corvetti e il presidente del Gruppo italiano screening del Cervicocarcinoma (Gisci), Basilio Ubaldo Passamonti. Per il Registro Tumori Umbro di Popolazione (R.T.U.P.) ascoltato il direttore Fabrizio Stracci, il coordinatore della Rete oncologica REGIONALE Fausto Roila e il referente scientifico onorario Maurizio Tonato.

In commissione, per quanto riguarda lo SCREENING ONCOLOGICO, è emerso che oltre l’80 per cento delle donne ha partecipato al percorso di prevenzione del tumore della cervice e della mammella, grazie anche al laboratorio unico per i due tumori che l’Umbria ha istituito per prima fra le regioni italiane e che le dà il primato nella capacità diagnostica, quasi doppia rispetto alle altre. Più bassa la partecipazione dei cittadini allo screening gratuito del colon retto per la ricerca di sangue occulto nelle feci attraverso un kit fai da te che viene inviato per posta a chi ha superato i 50 anni: anche per il fatto che
si tratta di una misura più recente, la percentuale di adesione non raggiunge il 60 per cento.

Tutti i presenti hanno rimarcato l’importanza del REGISTRO TUMORI UMBRO DI POPOLAZIONE, sia per non perdere il know how raggiunto che per verificare l’efficacia stessa delle azioni in materia di prevenzione oncologica. “Il controllo di quello che si fa è importante – ha detto il dottor Fabrizio Stracci – occorre trovare gli strumenti per farlo meglio, in maniera ancora più mirata. Ad esempio dovremmo fare di più per capire come mai in alcune zone dell’Umbria c’è un’alta incidenza di cancro gastrico. Il registro tumori evidenzia dinamiche che altrimenti non potrebbero essere percepite. Ecco a cosa serve il Registro tumori, svolge un servizio importante alla parte clinica e alla valutazione”.

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