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La Nuova Monteluce: da sogno ad incubo 16 anni dopo. C'è un piano per salvare imprese e progetto (impossibile)?

La situazione era già grave a febbraio per via della crisi economica del Fondo. Ora il caso ritorno al centro del dibattito del consiglio regionale. Fioroni: "Fare chiarezza subito"

Che fine ha fatto la grande e nuova Monteluce da far sorgere sulle ceneri dell'ex ospedale - trasferito nel polo unico del Santa Maria della Misericordia - e che sarebbe stata il fiore all'occhiello di Perugia e dell'Umbria? Una grande Monteluce che nelle intenzioni del vecchio potere del centrosinistra - comunale e regionale - addirittura sarebbe stata così importante da meritare la seconda tratta del minimetrò: quella dal Pincentto proprio all'area dell'ex nosocomio. Anche questo progetto, dati i conti e la situazione di Monteluce, è stato archiviato ma solo dopo una lunga, lunghissima discussione politica. Si sono cercati i fondi statali fino a poco tempo fa.

Che fine ha fatto quella scelta politica-urbanistica-economica del lontano 2006 per la quale la Regione ha apportato il complesso di Monteluce per un valore di 43milioni 750mila? Tecnicamente il progetto non solo non è completato ma non è mai decollato a riguardo di vendita di immobili, di trasferimento massiccio di servizi privati e istituzionali. Ci sono investitori, come una nota marca della grande distribuzione, che ha investito tanti soldi per aprire un punto nella piazza centrale di quella che doveva essere la grande Monteluce. Lavorano, vanno avanti ma le premesse erano altre (studenti, nuovi residenti, lavoratori dei servizi ). Lo stesso per altre attività economiche.

Ma anche se Monteluce è un progetto a metà ci sono tante piccole imprese del territorio - consorziate o associate tra loro - che hanno fatto infrastrutture, fognature, muri, piazze, pavimentazione e che aspettano di essere pagate in parte o definitivamente. Aziende piccole ma che erano storiche e che danno da lavorare a diverse famiglie. Pensavano che fosse la grande opportunità per rilanciare, per superare la crisi dell'edilizia regionale. E invece a fabbraio in diversi hanno contatto la Regione, con la nuova amministrazione Tesei, il comune e i giornali per dire che avevano poche settimane di autonomia e poi il crac... si parla non di grandi cifre rispetto al progetto originario. Ma se ad una piccola azienda, che ha investito e già speso, non paghi un conto da 300-400mila euro è un dramma. Le banche bussano alla loro porta tutti i giorni. La situazione non è certa migliorata con la pandemia scoppiata a marzo. La situazione della Nuova Monteluce è esplosiva anche se nel silenzio dei media e delle istituzioni.

Ora però in piena Fase 2 va affrontata per evitare ulteriore disoccupazione, ulteriori chisure di aziende del territorio e bisogna fare chiarezza sul progetto e sui fondi pubblici. Il caso Monteluce torna in consiglio regionale grazie alla mozione presentata da Paola Fioroni (vicepresidente Assemblea legislativa) dove si chiede alla Giunta regionale che "adotti senza indugio ogni iniziativa volta a fare chiarezza sulle vicende e sul potenziale default del Fondo Umbria–Comparto Monteluce e a tutelare la continuità aziendale delle imprese umbre creditrici del Fondo”.

“L’attuale situazione economica e patrimoniale del Fondo Umbria-Comparto Monteluce – ha spiegato la Fioroni -, di cui la Regione, anche attraverso la propria partecipata Gepafin, dopo discutibili operazioni di compravendita, detiene il 52,64 per cento, in considerazione della complessa esposizione debitoria del Fondo nei confronti degli enti finanziatori, ma soprattutto nei confronti dei fornitori e sub-fornitori per la grande maggioranza costituiti da imprese locali. Anche perché sta compromettendo il futuro e la continuità aziendale dei fornitori locali che hanno realizzato opere e fornito materiali per la realizzazione di una riqualificazione urbana mai terminata, e per la improcrastinabile esigenza di assicurare e rassicurare i cittadini umbri e perugini riguardo la messa in sicurezza ed il completamento di un cantiere a cielo aperto, consentendo così di rendere pienamente operativo ed efficiente un progetto altamente strategico per il futuro dell’Umbria e del suo capoluogo”.

Per la Fioroni è necessario, per salvare il salvabile, mantenere una interlocuzione con Università e Comune di Perugia al fine di assicurare la riqualificazione dell’intero complesso, in un’ottica di garanzia dei servizi e della sicurezza per gli abitanti del quartiere di Monteluce e dell’intera città di Perugia. E' fondamentale fare chiarezza anche perchè le istituzioni hanno svolto un ruolo importante e dato il contesto e la situazione economica - le quote oggi non valgono nulla, secondo la mozione della Fioroni - c'è il rischio di un danno anche erariale. Un rischio tra i tanti.

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