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Nomine & Poltrone, Rifondazione c'è e si rilancia al Congresso. Un timoniere coerente, una sinistra unita anti-capitalista

Al circolo Arci CASA DEL POPOLO di Casa del Diavolo si è svolto il VI congresso regionale di Rifondazione comunista dell’Umbria. Il documento politico è stato approvato all’unanimità

Rifondazione Comunista c'è e collabora attivamente ad un soggetto di sinistra anti-capitalista alternativo al Pd in Umbria come nel resto d'italia. Il sogno di una mettere insieme il partito della sinistra per il terzo millennio - che ora manca - sarà portato avanti dal riconfermatissimo - congresso celebrato domenica scorsa a Casa del Diavolo - segretario regionale Enrico Flamini, uomo dell'Altotevere e sempre rimasto fedele da "comunista" alle battaglie di Rifondazione che in Umbria può contare ancora circoli importanti, iscritti ed eletti. Per i delegati umbri si è finalmente vicini alla svolta per un nuovo soggetto che rappresenti i diritti dei lavoratori e i diritti civili:  "Adesso che si intravede la possibilità di costruire una sinistra realmente antiliberista proveremo a giocarci la partita politica, non abbiamo garanzie di successo ma un'ampia voglia di giocarcela fino in fondo". E' questa la convinzione emersa a Casa del Diavolo da quella Rifondazione umbra che lotta per una sinistra non di testimonianza ma in grado di incidere nelle vertezze lavorative e nello sviluppo dell'Umbria.

IL SEGRETARIO E LA BUSSOLA - “Il nostro giudizio sul governo regionale resta negativo" ha tuonato nella relazione Flamini  "Per questo continuiamo a proporre di aprire una vertenza Umbria, per questo continuiamo a proporre un Piano del Lavoro regionale. Lo vogliamo fare dando continuità al percorso unitario del Brancaccio, un percorso che non si concretizza come un accordo pattizio e verticistico tra sigle, ma che indica un metodo nuovo di aggregazione e di elaborazione. Nella nostra regione abbiamo già iniziato con l’assemblea dello Zenith di Perugia dello scorso settembre. Per costruire un polo della sinistra antiliberista anche nella nostra regione serve un confronto vero sui contenuti e sui criteri di individuazione degli interpreti, l’unica strada per fuoriuscire dal tatticismo e dall’altra faccia del politicismo. Ci impegneremo a moltiplicare appuntamenti come quello dello Zenith in maniera capillare in tutto il territorio regionale, così da connettere le molteplici e multiformi lotte che attraversano e caratterizzano anche le nostre città”.

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