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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Verso le elezioni, Massimo Monni: “non mi candido per ambizioni personali ma per risolvere i problemi della città”

Il candidato di Perugia Merita si propone come l'alternativa di centro, che vuole superare le vecchie logiche di contrapposizione e lavorare sul campo con una squadra motivata e competente

Massimo Monni il 20 gennaio ha dato il via ufficiale alla sua corsa a candidato sindaco di Perugia. Da quel giorno gli equilibri sono cambiati, altre candidature per le amministrative si sono delineate e Monni è rimasto volontariamente fuori da quelle che lui stesso aveva definito le liturgie di partito della destra e della sinistra. 

Oggi il candidato di Perugia Merita ha espresso il suo disappunto per come si sta svolgendo l’inizio della campagna elettorale che: “sta spostando l’asse della competizione elettorale sulle figure dei candidati a sindaco di Perugia, a destra come a sinistra, piuttosto che sui programmi di chi ha l’ambizione di guidare la città del futuro”. 

Monni accusa il centrodestra di mancata coerenza poiché “pur condannando l’operato di chi l’ha preceduto, per la tornata elettorale 2024 capitanata da Margherita Scoccia ha imbarcato non uno, ma più rappresentanti dello stesso schieramento criticato”. 

Contesta poi il centrosinistra, che dopo aver escluso molti candidati e aver provocato una frattura nel Partito Democratico, ha optato per Vittoria Ferdinandi che, pur essendo stimata da Monni, è una candidata di sinistra che non rappresenta il centro. 

Dal canto suo si propone come l'alternativa di centro, che vuole superare le vecchie logiche di contrapposizione e lavorare sul campo con una squadra motivata e competente: “Mi sono candidato non per ambizioni personali, ma per risolvere i tanti problemi che l’amministrazione uscente lascia aperti, andando oltre qualsiasi sterile scontro politico”. 
Tra i problemi da affrontare evidenzia quello di una città che ha perso posizioni nella classifica della qualità della vita, che ha visto diminuire il numero delle sue imprese e che subisce gli effetti dell'inflazione. 

Aggiunge poi che molto c’è da fare per programmare politiche e misure in grado di sostenere concretamente le famiglie alle prese con i rincari di prezzi e tariffe in una città che lo scorso anno è risultata al sesto posto (Codacons) in Italia per il peso dell’inflazione, con una stangata di 1.500 euro in più, e che molto c’è da fare per essere vicini ai più deboli “senza alcun tipo di snobismo sociale e culturale”.

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