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L'Umbria la prima regione con la cannabis terapeutica? La partita si riapre

Riprende vita e quota la proposta di legge regionale del capogruppo di Rifondazione Comunista, Damiano Stufara. Fondamentale la decisione Corte Costituzionale in merito all'illegittimità dell'equiparazione tra droghe leggere e droghe pesanti


La decisione della Corte Costituzionale in merito all'illegittimità dell'equiparazione tra droghe leggere e droghe pesanti disposta dalla Legge Fini-Giovanardi riapre una discussione importante anche per l'Umbria: ovvero quello della somministrazione pubblica di farmaci a base di cannabis. In particolare per alcune gravi patologie come tumori e leucemie. La proposta di legge in questo senso c'è e porta la firma diretta del capogruppo di Rifondazione Comunista, Damiani Stufara, che ha anche presentato in commissione con tanti di audizioni mediche che di fatto "promuovono" i farmaci a base di cannabis. Il capogruppo "comunista" tornerà dunque a rilanciare il suo progetto dopo il nuovo clima legale sull'autoconsumo delle droghe leggere.

“L'equiparazione tra sostanze di natura differente – spiega Stufara - ha prodotto in questi anni una criminalizzazione senza precedenti di ampi strati della popolazione, impedendo al contempo una seria riflessione sulla funzione che può svolgere in ambito terapeutico. La sentenza rende ancora più urgente l'approvazione di una legge anche in Umbria per rendere possibile l'uso terapeutico di farmaci a base di cannabis”.

Ad oggi soltanto pochi possono permettersi l'acquisto di questi farmaci all'estero dove sono stati sperimentati con risultati importanti e quindi confermati come cura. In Umbria sono diversi i malati che si rivolgono all'associazione "Pazienti impazienti cannabis" per sapere come fare per la libertà di cura: “I malati si rivolgono - hanno spiegato dall'associazione - a noi come associazione per sapere come fare ad esercitare il proprio diritto di scegliersi la cura. E' in vigore da anni un decreto che permette di acquistare all'estero qualsiasi farmaco, ma la cosa non può avvenire a carico del malato poiché si crea iniquità sociale. Solo pochi possono permetterselo. Inoltre non bisognerebbe limitare la somministrazione di farmaci cannabinoidi per la sola terapia del dolore perché si sono registrati risultati positivi in molti campi della medicina”.

In Umbria la proposta di legge di Stufara ha ottenuto anche i pareri clinici di esperti medici locali. Mariano Pedetti (dirigente medico Ser.T Media Valle Tevere) ha ribadito in commissione che “i cannabinoidi sono farmaci interessantissimi e la loro efficacia è già provata, anche se occorrerebbe un periodo di sperimentazione lungo, di almeno due o tre anni, per stabilire conclusioni valide per un adeguato piano terapeutico. Ad ogni modo non si deve sottovalutare che nell'utilizzo di cannabis gli effetti psicotropi ci sono, c'è una tossicità cronica come pure patologie di tipo psichiatrico, soprattutto negli adolescenti. Quindi non bisogna demonizzare ma considerare tutti gli aspetti. Aspetto essenziale è quello della formazione dei medici”. Insomma la partita si riapre e l'Umbria potrebbe essere la prima regione a sperimentare l'uso di farmaci alla cannabis prodotti fuori dal Paese.

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