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Regionali 2015, legge elettorale approvata, ma ora arrivano i ricorsi: "E' incostituzionale"

Il segretario regionale del Pd Giacomo Leonelli invece risponde: "Con questa legge si sta cambiando verso all'Umbria finalmente". La replica: "Ma non c'è nessuna soglia per il premio di maggioranza. Con meno del 40 per cento si ottiene il 60 per cento dei seggi"

La legge elettorale è stata approvata in consiglio regionale ottenendo anche tre voti dell'opposizione e perdendone per strada altri tre della maggioranza (Rifondazione, Goracci e un pezzo di Idv rappresentato da Brutti). Con quella andremo a votare la seconda o terza settimana di maggio per scegliere il nuovo presidente della Giunta regionale e il consiglio. Resta un unico nodo da sciogliere però: il nuovo testo sarà promosso dal Governo nazionale? C'è il rischio che sia incostituzionale? Potenzialmente c'è questo rischio (ma forze più sulla carta che sul gioco reale della politica) dato che manca una soglia minima per ottenere un premio di maggioranza. E non c'è nessun doppio turno per decretare che una coalizione o una singola lista abbia preso il 50 più uno dei voti degli elettori.

E' una legge piena di novità: abolito il listino dei nominati, doppia preferenza di genere (due preferenze ammesse ma solo se date ad un candidato uomo ed una al candidato donna) e collegio unico regionale ( un candidato di Perugia può prendere voti anche a Terni e vice-versa). Ma di soglia minima nessuna traccia. Mettiamo che alle prossime regionali ci siano 5 tra coalizioni e liste e che la prima arrivata raggiunga il consenso del 32 per cento. Nonostante il 68% di elettori che hanno fatto una scelta diversa da quello schieramento, otterrà il 60 per cento dei seggi. E' costituzionale?

Ad esempio per i Radicali Italia, Scelta Civica e il capogruppo dell'Udc Sandra Monacelli decisamente no e sono pronti ad interpellare il Governo che ha già bloccato la legge elettorale della Calabria: "Chiederò - ha detto la Monacelli -  al Governo nazionale "di intervenire interessando della vicenda il ministro degli Affari regionali, a seguito dell'approvazione della legge elettorale della Regione Umbria, su cui sussistono forti dubbi circa la legittimita'  costituzionale dell'attribuzione, senza la fissazione di una soglia minima, di un premio di maggioranza del 60 per cento alla coalizione che consegue un solo voto in piu' rispetto alle altre".

Non la pensa così il segretario regionale del Pd Giacomo Leonelli che esalta le novità della legge elettorale ma tace sulla mancata soglia minima per far scattare il premio di maggioranza. “Tutto è migliorabile, ma la legge elettorale approvata ieri contiene tutti i passaggi fondamentali (via il listino, collegio unico regionale e introduzione della preferenza di genere) che erano emersi come prioritari nella direzione regionale Pd”. Poi Giacomo Leonelli ha fatto un copia in colla di una delle battute più famose di Renzi: “Non nego – aggiunge - una certa soddisfazione anche verso tutti quei ‪gufi‬ che per mesi, dalle colonne di alcuni giornali o in tanti colloqui privati, dicevano: ‘prevarranno gli interessi dei singoli consiglieri, il Pd non riuscirà a fare la legge elettorale e si voterà ancora con il listino bloccato". Resta il dubbio: legge anti-costituzionale o giusta? 

Boccia la legge anche il candidato presidente del Movimento 5 Stelle Laura Alunni che parla di giorno della vergogna e legge ad uso e consumo del Pd: "Nel giorno della vergogna, 17 febbraio 2015, in cui la maggioranza a guida PD ha approvato una scandalosa legge elettorale per l'Umbria, confezionata a proprio uso e consumo, a poco più di un mese dalla scadenza della legislatura regionale, ecco spuntare la "manina" che introduce appunto l'assegnazione di un seggio al candidato a presidente della lista o coalizione che ha ottenuto il miglior risultato tra quelle che andranno all'opposizione".

"Ma non basta - scrive la Alunni -  perché alla ripartizione dei restanti 7 seggi  (su totale di 8 disponibili per le opposizioni) parteciperanno anche forze politiche che, apparentate con il miglior perdente, abbiano superato il 2,5% dei voti. In altre parole si può ottenere un seggio che corrisponde al 5% dei voti (dato che i seggi disponibili sono in totale 20) con appena il 2,6% dei voti. Uguale perverso meccanismo è presente nei 12 seggi su 20 che andranno alla lista o coalizione vincente. Tutto ciò sembra fatto apposta per sottrarre seggi a chi rifiuta i cartelli elettorali, stile armata Brancaleone, messi in piedi all'unico scopo di spartirsi le poltrone disponibili, salvo poi sfasciarsi subito dopo le elezioni, tradendo la fiducia degli elettori. Una cosa però sia chiara: il M5S si presenta per vincere; e chissà che alla fine questi marchingegni elettorali non finiscano per ritorcersi contro i loro stessi creatori". 

RIFONDAZIONE "Siamo di fronte - ha affermato il segretario regionale di Rifonazione - ad una legge elettorale peggiore di quella in discussione a livello nazionale, benché i protagonisti siano sostanzialmente gli stessi, renziani e berlusconiani. Prova ne è l'approvazione dell'emendamento che dispone l'attribuzione automatica al candidato presidente “miglior perdente” di un seggio tra gli otto previsti per le minoranze; una sorta di premio di consolazione, con il quale il Partito Democratico ha costruito l'accordo con una parte dei consiglieri di centrodestra e che sancisce la presenza di un un autentico “patto del nazareno in salsa umbra”, che va ben oltre la legge elettorale.

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