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L'INTERVENTO "Non c'è futuro per la sinistra zerbino Pd: serve una sinistra libera, viva e innovatrice"

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento politico del numero uno di rifondazione comunista che ribadisce l'importanza di una sinistra antagonista a Renzi ma a qualsiasi gestione a guida Pd. 

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di Enrico Flamini*   *Segretario Regionale di Rifondazione comunista dell'Umbria

In Italia come in Umbria la vittoria del No al referendum sulla Costituzione ha fatto emergere una domanda di rottura e cambiamento. Nello stesso tempo, però, anche nella nostra regione non c'è né sul piano politico, né su quello istituzionale, né su quello sociale una sinistra degna di questo nome. Un ciclo si è davvero chiuso ed è stato certificato dalle ultime elezioni regionali. Da una parte si è aperta la strada alle destre e al Movimento 5 Stelle, dall'altra il monocolore PD che governa la nostra regione si è legato mani e piedi a Renzi e al suo fallimento.

Tutti i tentativi di riassetto istituzionale si stanno rivelando inadeguati, da un consiglio regionale a venti che non legifera, fino al fallimento della legge Delrio sulle Province. Sul terremoto si è sacrificato il modello del 1997sull'altare del commissariamento in un contesto di ritardi e problemi enormi per i cittadini e per l’economia. Sulla sanità non c'è un nuovo piano regionale capace di affrontare il dramma delle liste d’attesa. Mancano ancora un piano regionale energetico e il nuovo piano regionale dei rifiuti. Le povertà si stanno allargando: chiudono le aziende, aumentano disoccupazione e precarietà, esplode l’uso dei vouchers e diminuisce la spesa per alimenti e cure.

Rispetto a questa situazione di declino politico e sociale dell'Umbria la risposta non può essere quella di ripercorrere la strada del centro sinistra. Una proposta che riteniamo sbagliata perché, oltre che a provenire sempre dagli stessi personaggi, riproduce schemi che sono la causa del problema.

L'alternativa da costruire anche in Umbria è al PD e alle sue politiche, non solo al “renzismo”. Diciamo subito che a sinistra nessuno dei partiti esistenti o in formazione può pensare di rinchiudere nel proprio perimetro una proposta unitaria, ma per ridare un senso stesso alla parola sinistra, serve una proposta autonoma e alternativa, costruita in forme democratiche, immersa nelle pratiche sociali e nelle lotte e capace di avanzare una propria proposta di governo per l'Umbria. Servono nuovi interpreti.

Si può fare. Si può fare anche nella nostra regione sostenendo i referendum della Cgil su vouchers ed appalti e valorizzando tutte le esperienze unitarie sorte in questi anni sul territorio e che vedono nelle reti delle “Città in comune” e delle “Città ribelli” un esempio praticabile a partire dalle prossime elezioni comunali di come coniugare una proposta di governo delle città e costruzione di un processo di partecipazione.

Oggi anche in Umbria, senza più chiedere scioglimenti o abiure, è più semplice di ieri lavorare ad un soggetto unitario e plurale della sinistra perché il contrasto al liberismo, l’alternatività al PD, la difesa dei diritti del lavoro e della Costituzione hanno vissuto concretamente nella campagna per il No. Proviamo a farlo insieme.

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