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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Verso le elezioni di Perugia, Foligno e il nodo della Regione

Le elezioni amministrative in importanti città come Perugia e Foligno, ed anche le Regionali , si avvicinano e i partiti, o quelli che lo vorrebbero essere, dopo il lungo letargo, iniziano a dare segni di vita. Non è che ci si trovi difronte ad un grande attivismo ma certamente segni di nervosismo, tentativi di mobilitazione si intravedono. Il Pd ricorre come al solito alle tradizionali Feste dell’Unità che pur essendo ben altra cosa rispetto a quelle del passato, consentono di alzare nei cieli dell’Umbria qualche segnale di fumo, qualche messaggio.

Al di là dei tatticismi la sinistra si illuderebbe se considerasse sufficiente la costruzione del così detto “campo largo” già di per sé difficile per una sinistra storicamente divisa e sempre rissosa, che nongarantirebbe nell’Umbria di oggi una maggioranza politica per governare. Sarà la conquista del centro, con candidati e programmi idonei allo scopo a garantire una competitività a quello schieramento. Dunque da quelle parti si scordino di proporre candidati storicamente schierati, attivisti. Ricorrano a rappresentanti delle professioni, della cultura, del terzo settore, della vita quotidiana per riconciliare tutta la loro parte con il popolo umbro che ancora si sente tradito dal fallimento amministrativo della sinistra.

Perfino più complicata la vicenda del centro destra che a differenza della sinistra dovrà difendere e riconfermare una supremazia politica rincorsa in Umbria per decenni, conquistata ed ora con il rischio nel breve intervallo di un lustro di riperderla. Il centro destra in una sorta di inconsapevole incapacità, dopo aver conquistato il potere alla Regione, amministrazioni comunali, con tanti sindaci, assessori, presidenti, dopo aver decuplicato i
consensi, è il caso di FdL e non certo della Lega rovinosamente ricondotta dagli elettori ad una sola cifra percentuale e neppure di una Forza Italia che solo con le unghie e i denti cerca di resistere, soffre di un cronico scollamento con il corpo elettorale umbro, appare timorosa e chiusa nel fortino fatto di una classe dirigente inamovibile, che non ha neppure tentato di allargare i confini a nuovi protagonisti che pure sarebbero essenziali per rappresentare una vicenda politica ed amministrativa totalmente diversa da quella del passato.

A Terni, dopo l’incredibile sconfitta elettorale, il centro destra e segnatamente proprio FdL che più di altri dovrebbe poter contare su un radicamento territoriale, nei giorni scorsi non sono riusciti per un importante incontro politico che a riunire poche decine di partecipanti. Segnali, per loro, inquietanti e che stridono con i tentativi di riconfermare per le prossime elezioni amministrative la squadra di cinque anni fa ovvero quella nata in un contesto completamente diverso da quello di oggi. Allora si trattava di vincere su una sinistra esausta e percorsa da scandali giudiziari, tra qualche mese invece di rivincere in condizioni rese ancora più complicate da cinque anni di governo non proprio esaltanti e che faranno cadere l’argomento, allora vincente, di un centro destra diverso e capace. Protagonisti consunti, in qualche caso neppure più sorretti da un partito e che per forza di cose dovranno appellarsi a partiti alleati ma “fratelli coltelli” per essere riconfermati. Per dirla tutta si stenta ad intravedere nel centro destra un afflato teso a proporre le migliori condizioni per continuare in una credibile azione di governo.

Il centro destra forse ancora inconsapevolmente non mette in conto il fatto che, dopo la vicenda di Terni e la vittoria di Bandecchi, gli elettori umbri potrebbero aver individuato una terza soluzione politica; quella di un civismo un po arruffone, confusionario, sguaiato e protestatario ma che in un regione percorsa da malesseri fatti di campanilismi, di mancate integrazioni sociali e territoriali, di una economia che cronicamente stenta, di una sanità in piena involuzione organizzativa e prestazionale, di obbiettivi fallimenti delle soluzioni politiche proposte prima dalla sinistra e poi dalla destra, può davvero fare presa e sottrarre consensi soprattutto al centro destra che più della sinistra si rivolge a quell’elettorato umorale, incerto e protestatario. Se poi, in un guizzo di lucidità, il Pd riuscisse non tanto a costruire “il campo largo” ma un cartello elettorale con questo civismo di stampo populista, e qualche prova sotterranea a Terni c’è stata, allora anche in Umbria per il centro destra sarebbero guai seri, diverrebbero inutili le discussioni su organigrammi con sempre gli stessi, che assomigliano al gioco degli scacchi più che alla seria ricerca di una classe dirigente davvero rappresentativa ed autorevole.

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