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L'INTERVENTO Elezioni provinciali, Rifondazione comunista dell'Umbria: “Non parteciperemo a questa farsa"

di Enrico Flamini, Segretario Regionale di Rifondazione comunista dell'Umbria

Il prossimo 8 gennaio verranno rinnovati i consigli provinciali di Perugia e Terni. Le elezioni cadono all'indomani della sonora bocciatura inferta al governo Renzi dai cittadini al referendum. Tra le altre proposte contenute nella "riforma" bocciata dagli italiani c'era pure l'elezione di secondo grado del Senato. 

In effetti nella proposta del governo il Senato non sarebbe stato abolito, ma sarebbero stati i consiglieri regionali ad eleggere se stessi come senatori. Ecco, questo già accade e accadrà per le Province: saranno i consiglieri comunali delle rispettive province a votare se stessi. L'unica cosa certa è quindi che, nonostante le importanti funzioni che le province continuano ad avere, i cittadini non possono più votare per i propri rappresentanti. 

Nessuno sa niente. Siamo di fronte al fallimento della “legge Delrio”. Le sue origini stanno nell'iniziativa di un ministro e di un governo che hanno mandato all'aria sistemi organizzativi di funzioni gestite da un livello istituzionale, sacrificato in nome del populismo, ma senza riuscire nemmeno lontanamente a ridurre la spesa pubblica e migliorare i servizi, come pure era stato propagandato. Gli effetti ottenuti sono esattamente all'opposto: le province continuano a svolgere funzioni importanti, ma i cittadini non possono più votare.  

Basti pensare alla situazione del terremoto, della viabilità e delle scuole. Siamo oramai al caos istituzionale. In tutto questo la Regione dell’Umbria, la Presidente Marini, la sua giunta e la maggioranza che la sostiene hanno delle responsabilità enormi, in primis quelle di non aver mosso un dito con il governo per evitare questo disastro. Questi sono i risultati di chi, come Renzi e il PD, ha favorito l’antipolitica, questi sono i risultati del monocolore PD in Umbria. Ecco perché non parteciperemo in nessun modo a queste elezioni provinciali farsa di secondo grado.

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