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Centrale Bastardo, scatta il nuovo piano per eliminare il "carbone" e salvare i posti di lavoro

Sì alla ricoversione della centrale di Bastardo, sì la tutela dei posti di lavoro. Il consiglio regionale dell'Umbria, su proposta dei consiglieri regionali Leonelli (Pd) e Rometti (Socialisti), ha impegnato la giunta a mettere in piedi una nuova strategia per salvare la centrale di Bastardo e rilanciarla in versione green-economy.  Il piano prevede anche un tavolo permanente con Enel e i Comuni interessati per una riconversione “compatibile con l'attuale vocazione dell'area” e la promozione di un “concorso di idee sulle linee guida più opportune”.

“La centrale dà lavoro a circa 60 dipendenti - ha spiegato Leonelli - è aperta 40 giorni l'anno, insiste su un'area  che ha subito profonde modifiche rispetto alla natura del territorio. Oggi vi è un'economia alimentare importante, aziende olearie, vinicole. Enel ha ribadito l'intenzione non di dismettere, piuttosto, invece, investirà. C'è il progetto banda larga, la fibra ottica, e Enel che si trova in una fase di cambio della propria mission in tutta Italia, particolarmente rilevante in Umbria, dove c'è la centrale a carbone che va quindi verso la dismissione". 

"Il problema è: come assicurare da un lato la tutela occupazionale - ha continuato l'esponente del Pd -e dall'altro il progetto di riconversione. Con la mozione si impegna la Giunta a attuare iniziative necessarie per instaurare un progetto che porti ad individuare le possibilità di impiego della Centrale di Bastardo attraverso un rapporto collaborativo con Enel, sia per la tutela occupazionale che per un progetto di riqualificazione. Ben diversa – ha concluso - la questione che riguarda l'altra centrale, quella di Pietrafitta, per cui propongo di ascoltare in audizione Enel e i responsabili dell'impianto di Pietrafitta per vedere quali possono essere le strategie industriali in Umbria”.

LO STUDIO - Il Comune di Gualdo Cattaneo con il Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Perugia che, in un'ottica di riconversione e nuovo impiego della Centrale, ha elaborato un progetto denominato 'Penelope', con cui si ipotizza una produzione non inquinante della struttura e la conversione della centrale in due parti:  un centro energetico, a sua volta destinato ad un polo di ricerca sulle tecnologie di stoccaggio, e un alto centro di formazione in cui trasferire le conoscenze sviluppate; un distretto industriale che, attraverso un forte coinvolgimento nella politica energetica, permetterebbe lo sviluppo di un centro innovativo ed altamente tecnologico. 

Si potrebbe quindi dare luogo: alla creazione di un impianto non inquinante, che favorisce lo sviluppo delle energie rinnovabili; contribuire alla stabilità della rete elettrica ed alla riduzione del costo dell'elettricità; usufruire di finanziamenti di ricerca. Mentre attraverso la costituzione del distretto industriale – spiegano - si avrebbero: impianti industriali o commerciali ad alta sostenibilità; impianti fotovoltaici che accumulano energia; possibilità di accesso ad elettricità di qualità; energia a basso costo che potrebbe essere usata anche per il trasporto, come auto elettriche o ad idrogeno.

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