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Pdl, occupata la sede: la riscossa dei militanti sui vertici

Una parte influente dei giovani della Pdl ha occupato la sede del partito: motivo rilanciare l'azione politica, tornare ai contenuti e alla serietà. Ammutinati contro i vertici in carriera solitaria...

Il coraggio delle idee e la voglia di rilanciare un partito che dopo appena tre anni dalla sua nascita non è riuscito a mantenere le promesse con gli elettori. Non stiamo parlando della solite lite all'interno del Partito Democratico umbro ma di una vera e propria rivolta all'interno del Popolo della LIbertà.

Protagonisti: una importante e influente area del movimento Giovane Italia - il movimento giovanile del partito di Alfano - che ha occupato pacificamente la sede regionale del partito. Alla finestra hanno messo fuori il loro primo obiettivo politico: uscire dal Governo Monti che non rappresenta l'anima sociale, popolare e di difesa delle piccole e medie aziende italiane che non è alimentata  solo dalle file degli ex Alleanza Nazionale.
 
Dentro le stanze occupate i giovani hanno ammesso di essersi ammutinati verso i propri vertici - il presidente regionale Massimo Pelliccia su tutti - "troppo legati alle cordate nazionali e poco inclini a ragionare sulla proposta politica per i territori" e ancora "nominati dai vertici tre anni fa senza essere mai passati per un vero e proprio congresso".
 
Non si sentono rottamatori o resettatori, ma militanti veri che chiedono un partito strutturato, che faccia del dialogo interno una ricchezza e che non faccia soltanto politica interna per scalare posizioni ma che possa incidere con proposte sulla vita degli umbri a livello regionale, provinciale e comunale". Duri e puri? No solamente militanti e dirigenti che cercano l'ultimo (e forse disperato) tentativo di rilanciare il Pdl con i contenuti e non più con "i tacchi a spillo" o con i soliti slogan vuoti "modello venditore pacchetti finanziari".
 
Il loro peso? Lo hanno dimostrato alle elezioni universitarie dove sono stati costretti a farsi una lista propria per farsi valere: oltre le due cifre in percentuale, rubando la metà dei consensi al centrodestra. Una generazione di militanti, che  in jeans e in camicia ascolta Tarchi, crede nell'Italia unita e laboriosa e non spera in un posto in prima linea per l'ennesimo bunga-bunga di partito. E vuole confrontarsi in congressi veri dove al posto delle tessere ci sono le soluzioni per i problemi di tutti i giorni. 
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