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Bando Periferie, affossato l'ordine del giorno per Fontivegge. Il Pd: "Destra e 5Stelle pensano solo alle elezioni"

Bocciato in Commissione. Il Pd: "Chi amministra Perugia dovrebbe avere a cuore prima di tutto il bene della città, e non il proprio tornaconto elettorale"

Il segnale neanche si accende. Sul futuro di Fontivegge pesa (come il cemento armato) il congelamento dei fondi del Bando Periferie deciso dal Governo Lega-Movimento 5Stelle e votato all'unanimità al Senato (sì, anche dai parlamentari umbri) e poi alla Camera. Se ne riparlerà nel 2020, ma intanto per il piano di rilancio del quartiere è una mazzata senza precedenti.

In Comune, però, l'ordine del giorno del Pd sul Bando Periferie viene affossato in Commissione Bilancio. Sei contrari (maggioranza e il capogruppo M5s Cristina Rosetti), tre favorevoli: ko. Il documento, firmato da tutto il gruppo, prevedeva "di impegnare l’Amministrazione a farsi carico presso la maggioranza di Governo dei bisogni e degli interessi della propria città, come già tanti altri Sindaci, di centrosinistra, centrodestra, e del Movimento 5 Stelle, stanno facendo, nonché ad attivarsi affinché il Governo Salvini-Di Maio ripristini i finanziamenti del Bando Periferie per Perugia, che deve interessare ed impegnare trasversalmente tutte le forze politiche al di là di appartenenze ed orientamenti". Il segnale, perché è di questo che si parla, alla fine, non è neanche partito.

E il gruppo del Partito Democratico non l'ha mandata giù: "La maggioranza di centrodestra e il Movimento 5 Stelle hanno ritenuto di bocciare l’ordine del giorno a firma dell’intero gruppo Pd sulla questione del bando delle periferie, non comprendendo l’importanza che questi fondi stanziati dal Governo Renzi prima e dal Governo Gentiloni poi, hanno per la nostra città, anteponendo evidentemente gli interessi di pochi agli interessi dell’intera comunità cittadina”. E giù, verso il sindaco: "Il Sindaco di Perugia, come già fatto da tanti altri primi cittadini, avrebbe dovuto spendersi in prima persona, e che invece, a differenza degli altri amministratori, ha colpevolmente ignorato, barattando per l’ennesima volta le sorti della città che rappresenta e governa con i suoi destini personali, legati a doppio filo con le forze politiche di governo. Chi amministra Perugia dovrebbe avere a cuore prima di tutto il bene della città, e non il proprio tornaconto elettorale”.

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