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Terminata la Festa de L'Unità regionale, Leonelli: "Una scommessa vinta. Tanta voglia di bella politica"

"Ieri si è chiusa la Festa de L'Unità regionale, all'interno della quale si è svolta anche la festa nazionale della cultura. Quando abbiamo pensato di promuovere insieme alla segreteria nazionale una festa del genere, con 23 dibattiti in sei giorni, tematizzata, senza comizi o iniziative 'generaliste', fatta eccezione per l'incontro con il vicesegretario Guerini, nel cuore di una città, Perugia, che rappresenta tutt'ora una ferita ancora difficile da rimarginare, eravamo consapevoli della scommessa". Esulta il segretario regionale del Pd Umbria Giacomo Leonelli. 

"In passato si andava sul 'sicuro': le feste regionali - spiega Leonelli - si appoggiavano a feste già esistenti e molto rodate sul territorio, così come quelle nazionali, che spesso si limitavano ad arricchire programmi già esistenti con qualche iniziativa tematica. Noi ripartivamo di fatto da zero: una città dove il Pd è all'opposizione, dove la Festa de L'Unità in un'area urbana non si faceva più da molti anni e in una location (l'area del percorso verde) mai sperimentata prima. E con una connotazione politica molto precisa: programma tutto incentrato sulla cultura e sul progetto regionale su bellezza e qualità, importanti innovazioni per bambini e famiglie come lo spazio animazione e azzeramento delle orchestre spettacolo. Proprio per mettere i contenuti al centro della festa e del progetto del Pd sul territorio".

"La grande partecipazione ai dibattiti - ha concluso Leonelli - anche a iniziative delle 17 o delle 18 che qualche anno fa eravamo quasi sempre costretti ad annullare, dimostra che in Umbria e in particolare a Perugia c'è voglia di bella politica. Quella dei temi e non del chiacchiericcio, quella sui progetti da portare avanti al governo e in regione e non sulle correnti del Pd, quella che avvicina tanti cittadini comuni e non  solo gli 'addetti ai lavori'. Le polemiche sul nulla, sul fatto che le feste di partito trenta/quaranta anni fa erano più grandi (e vorrei vedere, con quaranta dipendenti contro i due di oggi e soldi che arrivavano a palate da ogni dove ci mancava anche), lasciamole ad altri, anche perché abbiamo sì sempre l'umiltà di poter fare sempre meglio, ma anche l'orgoglio di essere l'unico soggetto politico che riesce a organizzare 23 dibattiti in sei giorni per parlare di futuro. Un grazie speciale a tutti coloro che hanno partecipato, al segretario Matteo Renzi e alla responsabile nazionale Cultura del Pd, Lorenza Bonaccorsi per aver creduto nel nostro progetto".

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