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Elezioni Politiche 2013

Elezioni 2013, l'anti-Pd Pietro Ichino: andare oltre la sinistra e la Cgil

L'ex deputato del Partito Democratico a Perugia per appoggiare i candidati di Scelta Civica dell'Umbria. "Le riforme non sono macelleria sociale come dice la Cgil"

Nella regione più "democratica" del Paese, i montiani hanno calato l'asso del Presidente Monti per convertire alcuni liberal del Pd di casa nostra. L'asso è quel Pietro Ichino che da economista ha lasciato proprio il partito di Bersani per le politiche di sviluppo e di rigore del presidente Monti, capo della coalizione di centro con Udc e Fli. E ichino punta proprio sul superamento dei vecchi schemi di destra e sinistra: "Va superata una cultura politica nazionale bipartisan che ha fatto chiudere le porte sistematicamente agli investimenti stranieri. La vecchia sinistra su questo terreno ha fatto sponda alla vecchia destra".

Ichino vuole convincere il popolo del centrosinistra umbro che la crisi non si supera con i vecchi schemi ideologici. "Va abbattuto in Italia il diaframma - ha proseguito Ichino - che separa attualmente la grande offerta di lavoro, di disoccupati che cercano, e una domanda di lavoro enorme, con decine di migliaia di posti di lavoro che restano scoperti permanentemente per mancanza di manodopera che abbia la qualifica adatta". Una riforma del lavoro liberale e forse con meno diritti per attirare gli investitori stranieri: "L'Italia è tuttora un paese ermeticamente chiuso agli investimenti stranieri, per difetti strutturali ma anche per la illeggibilità della nostra legislazione del lavoro ed il suo disallineamento rispetto agli standard europei".

Ma dopo i colpi al Pd l'economista montiano spara a zero sul sindacato più forte dell'Umbria: ovvero la Cgil. "Il problema della Cgil è che nel suo piano del lavoro indica come soluzione del problema italiano, invece delle riforme strutturali necessarie, un aumento della spesa pubblica e un creare dei posti di lavoro mediante investimenti pubblici per i quali non si capisce da dove dovremmo trarre le risorse necessarie. E' la soluzione sbagliata: primo perchè noi queste risorse pubbliche non le abbiamo e poi perchè non possiamo prendere soldi a prestito". Una bocciatura totale del Piano del Lavoro caldeggiato dalla Cgil nell'ultima assemblea nazionale: "Le nostre riforme - ha concluso Ichino - non sono macelleria sociale: vuol dire invece fare le cose bene, quelle che abbiamo concordato con l'Europa per uscire dalla crisi".

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