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Umbria Verde a chiacchiere - Il 50% dei torrenti e fiumi umbri sono bocciati in qualità delle acque: i peggiori nel perugino

Il Piano di tutela delle acque è stato illustrato questa mattina in Seconda commissione dall’assessore regionale all’Ambiente, Fernanda Cecchini. L'azoto diminuisce ma la concentrazione resta alto. I dati del Nera contestati dal Movimento 5 Stelle

Nell'Umbria che si vanta di essere verde, che punta molto sul turismo e sull'ambiente, che investe su un agricoltura di qualità e che la frasetta 'rispetto per l'ambiente' viene ripetuta in tutte le aule della politica come un mantra... si può essere soddisfatti perchè la metà dei corsi d'acqua di casa nostra (137 tra fiumi e torrenti) sono classificati con il giudizio "buono" come quadro ambientale e l'altra metà - come scritto sulla relazione - hanno invece uno stato di scarso o insufficiente? Decisamente no. Anche perchè l'inquinamento è in leggero calo esclusivamente per via della crisi che ha dimezzato produzioni e aziende.

Il Piano di tutela delle acque, illustrato questa mattina in Seconda commissione dall’assessore regionale all’Ambiente, Fernanda Cecchini, va bocciato punto e basta per una regione come l'Umbria. E tra l'altro sottolinea come le politiche di tutela ambientale dell'Umbria vanno ricalibrate. Un piano che, come sottolineato dal capogruppo del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, porta in dote qualche dato che fa sorgere diversi dubbi. "E’ inattendibile - ha denunciato Liberati -  il dato qualitativo del fiume Nera a Terni città, il cui stato ecologico sarebbe ‘sufficiente’ quando, al contrario, fauna e flora acquatica sono pesantemente ammorbate da un carico illecito di metalli pesanti: quindi o i dispositivi di rilevazione Arpa sono collocati in punti sbagliati o sono le lobby ad aver contribuito a scrivere queste conclusioni”.

Il fiume che ha in assoluto i parametri e lo stato ecologico migliori è il Corno mentre permangono delle criticità: "ad esempio per il Genna e il Caina, su cui insistono moltissimi abitanti di Perugia e Corciano e le cui acque non riescono ad essere migliorate a causa della forte presenza umana e del regime torrentizio". Nel Caina, ad esempio, scorre un’acqua che al 90 per cento che esce dal depuratore. La situazione complessiva risulta migliorata, anche grazie ai grandi investimenti effettuati per fogne e depuratori. Per quanto riguarda l’azoto c’è stata una riduzione del 32 per cento delle immissioni annuali nei corpi idrici. Minimo l'abbattimento doveva essere del 50-60 per cento dopo dati allarmanti che si susseguono dal 2000. Il bicchiere è decisamente mezzo vuoto e i dati negativi, per alcuni tratti di fiume e torrenti, dovrebbero far riflettere la politica su un eventuale stop alla pesca e agli attingimenti per i campi. Ma come sempre per chi governail bicchiere è mezzo pieno. Insomma ormai l'Umbria Verde solo sulla carta.

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