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Respinte le dimissioni della Marini, l'intervento integrale: "Non lascio macerie"

Approvata con 11 voti (compreso quello della Marini) la mozione di maggioranza per respingere le dimissioni

Dimissioni della Marini respinte (anche con il voto della stessa Marini) dal consiglio regionale dell'Umbria. Approvato con 11 voti favorevoli e 8 contrari (assenti Barberini e Leonelli - Pd) la mozione dei gruppi di maggioranza (Pd, Ser, misto Mdp, misto “Liberi e Forti”) che chiede alla presidente della Giunta regionale di ritirare le proprie dimissioni. Il documento era stato depositato e illustrato nella seduta del 7 maggio. Si sono espressi contro la mozione i gruppi di opposizione (Lega, M5S, FI, FdI, misto Umbria Next, misto Ricci presidente Ic, misto “Fiorini per l’Umbria”). Leonelli, invece, non ha votato. 

Ecco l'intervento integrale di Catiuscia Marini

Ovviamente il mio voto è un voto tecnico, come componente della maggioranza del Consiglio regionale e l’ho espresso intanto per consentirmi di partecipare ai lavori conclusivi di questa Aula, per esercitare in maniera autonoma la mia decisione come Presidente della Regione. Ho deciso di seguire l’articolo 64 comma 3 dello Statuto regionale che indica le dimissioni, questo è il percorso che ho scelto. Ringrazio i consiglieri regionali e ho apprezzato la correttezza di molti di loro, per aver saputo distinguere tra la vicenda giudiziaria e l’impatto sulle decisioni politico-istituzionali.

Ho assunto un atto rilevante che nasce da un impatto mediatico centrato sulla mia persona, su una vicenda politica che intendo chiarire. Un presidente che riveste un ruolo importante e viene indagata non può essere sottoposta in alcun modo a condizionamenti estranei all’istituzione regionale, da ciò vengono le mie valutazioni. Hanno ragione i consiglieri di opposizione a dire che hanno mantenuto il rispetto istituzionale, chi invece doveva avere il massimo della responsabilità non ha voluto tenere ancora più alto il senso delle istituzioni. La responsabilità è però grande per la maggioranza,che deve poter contare sui numeri per governare. Ho attivato l’articolo 64 perché è evidente che questa indagine non sviluppa esclusivamente dei profili penali che attengono alle singole persone, e che non sono di competenza di quest’Aula, ma della Procura.

Non ci può essere nessun interesse personale, in particolare per il presidente della Regione al suo secondo mandato. Non c’è neanche un interesse meramente istituzionale, le istituzioni sono governate da regole che sovrintendono e funzionano anche quando decade una carica apicale. Governo transitorio, ordinaria amministrazione e nuove elezioni. Sono qui e ho partecipato al voto perché è importante l’autonomia della Regione Umbria e del suo presidente. Circa l’autonomia devo dire che se il presidente della Regione non assume questa decisione in piena autonomia si è davanti a un passaggio delicato. Aspetti politici: molti rappresentanti istituzionali sono sottoposti a indagini anche per il ruolo di apicalità che ricoprono.

Non fa onore alla Lega e al ministro dell’interno quanto accaduto in piazza qua fuori, qualche giorno fa. Il codice etico del mio partito dice di attendere. Noto un accanimento terapeutico che viene esercitato quando il presidente della regione è donna e non quando si tratta di un uomo. Tutte le riforme fatte rafforzano la trasparenza, l’autonomia è anche della politica. Una legislatura si interrompe per la mia decisione, avrei preferito non essere in questa condizione. Ma anche in una situazione così difficile non posso essere sottoposta a nessun tipo di ricatto, né da parte della società né dalle forze politiche né dalla propria comunità politica di appartenenza. Il presidente deve fare una valutazione di natura esclusivamente politica.

Non accetto il tentativo di pensare che si possa dire che risolvendo il tema del presidente si risolve la questione politica e perfino la vicenda giudiziaria. Le scorciatoie non vanno bene. Sono presidente perché una comunità politica ha scelto che mi ricandidassi, e segretario regionale era il consigliere Leonelli, che ha dato il suo contributo nella scelta fatta, quindi ognuno ha le sue responsabilità. Non c’è qualcuno che possa pensare che dopo essere stato protagonista della vita amministrativa istituzionale e avere gestito le fasi più complesse delle decisioni politico istituzionali adesso possa essere a capo di una presunta moralizzazione. Questa Regione non ha macerie, ha difficoltà, punti di forza e criticità ma fa parte di quelle civili, responsabili, sempre rientrata nelle regole e nei parametri richiesti. Non abbiamo ancora discusso il settimo piano sanitario regionale, ma in altre regioni stanno ancora discutendo il primo.

Dire che non abbiamo lavorato sui rifiuti nonostante i risultati della raccolta differenziata e lo stesso dicasi per altre scorciatoie non è tollerabile. Questa Regione non è riuscita a far capire che il nostro modello per la ricostruzione era il migliore, mettendo in capo ai cittadini più prossimi alle zone interessate maggiori responsabilità ed è un problema che riguarda sia il governo precedente che quello attuale. La tentazione a centralizzare è prevalente ma le regioni sono nelle criticità proprio per questo motivo.

Non lascio macerie, né sul bilancio né sul sistema sanitario. Va difesa la fiducia che i cittadini hanno nel sistema sanitario. Abbiamo le più avanzate dotazioni tecnologiche insieme a Roma e Firenze, sono stati fatti investimenti innovativi, abbiamo professionalità eccellenti pur nelle ridotte dimensioni grazie a un’azione di sistema, investimenti fatti dalla Regione Umbria da sola, senza attendere risorse da Roma. Abbiamo attivato tante forme di controllo, collegio dei revisori, autorità anticorruzione, difensori, riflettiamo anche su questo. La decisione di una carica eletta direttamente viene assunta in autonomia, non sottoposta ad alcuna logica, non può essere accerchiata dalle voci che si propagano, ma deve ascoltare ciò che dice la società se dice che è bene chiudere.

La responsabilità è anche su come si chiude la legislatura. Ho agito sempre con onestà, in buona fede e rispettando la legge, soprattutto come presidente della Regione. So che ho rispettato la legge e lo ribadirò nei tempi che mi saranno concessi. Concludendo la discussione, l’articolo 64 mi impone di rappresentare, dopo il respingimento di oggi, se intendo confermare le dimissioni: lo farò in tempi brevi e nel rispetto dello Statuto regionale”

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