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Raccolta differenziata in Umbria, tra una inchiesta e un sequestro arrivano i dati: "La rotta è stata invertita"

L'assessore all'ambiente Fernanda Cecchini ha fornito gli ultimi dati utili in possesso degli uffici regionali. Ottime percentuali ma ancora tanti rifiuti portati in discarica

Scrivere di raccolta differenziata in Umbria non è facile. Vengono in mente troppe inchieste ancora in corso sulla destinazione finale anche di quello differenziato. Troppi sospetti di un rimescolamento in parte di quello che poteva essere riutilizzato. Troppe inchieste, troppi misteri anche nelle viscere delle nostre discariche. La Regione però è straconvinta che mai come in questo periodo sia stata cambiata marcia e forse addirittura si raggiungeranno quegli obiettivi prorogati e spostati più in là nel tempo: ovvero il 65 per cento nel 2017 e il 72 per cento nel 2018.

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L'assessore all'ambiente Fernanda Cecchini ha fornito gli ultimi dati utili in possesso degli uffici regionali: nei primi mesi del 2017 è stato superato il 62 per cento. La raccolta differenziata supera il 60%, traguardo stabilito per il 2016, in due dei quattro ex Ambiti territoriali, l’ex Ati 2 che comprende il capoluogo di regione e l’ex Ati 4, in cui rientra Terni. I comuni "ricicloni" sono 44 su 92.  “Anche al raggiungimento del 70% della raccolta differenziata – ha ammesso però la Cecchini – in assenza di interventi, l’autosufficienza del sistema di smaltimento regionale può essere quantificata fino al 2021.  Per questo bisogna programmare ogni possibile azione di riduzione dei rifiuti urbani da avviare in discarica per cogliere l’obiettivo massimo da conseguire nel 2030 di uno amsltimento a discarica pari al 10 per cento del totale dei rifiuti prodotti”.

Ad oggi infatti sono ancora troppi i rifiuti portati in discarica: nel 2016, complessivamente, circa 258mila tonnellate di rifiuti urbani, in calo del 33% rispetto al 2010, ma la quantità totale smaltita supera la metà dei rifiuti urbani prodotti. I comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi hanno tempo fino a settembre per riorganizzarsi in caso contrario scattano le sanzioni previste dalla Presidente Marini.

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