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Politica

Criminalità organizzata e infiltrazioni mafiose in Umbria: al vaglio una proposta di legge regionale

Si valuta in commissione un testo che arriva dalla precedente legislatura: l'obiettivo è migliorare prevenzione e contrasto dei fenomeni in questione, che rischiano di diffondersi in un tessuto economico indebolito dall'emergenza coronavirus

Un ponte aperto tra legislature, al di là del colore delle maggioranze politiche, è quello che ha portato sul tavolo della Commissione d'inchiesta "Analisi e studi su criminalità organizzata ed infiltrazioni mafiose" la proposta di legge regionale che era scaturita scaturita in forma unitaria da parte di tutti i componenti della passata Commissione. Ecco così che l'attuale presidente Eugenio Rondini (Lega), insieme agli altri componenti (i consiglieri Simona Meloni del Pd che è vicepresidente, Vincenzo Bianconi del Misto, i leghisti Paola Fioroni e Stefano Pastorelli della Lega, Eleonora Pace di Fratelli d'Italia e Fabio Paparelli del Pd), ha ascoltato il suo predecessore Giacomo Leonelli (ex consigliere regionale del Pd nella X legislatura).

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I contenuti del testo sono stati poi illustrati nel dettaglio da Lavinia Marri, esperta del Servizio legislativo che ne ha
evidenziato i punti centrali delle attività di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata contenuti nel testo: gli accordi tra Regione ed enti pubblici in materia di giustizia e di contrasto alla criminalità; la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile nel mondo economico; la promozione della responsabilità sociale delle imprese, la certificazione di qualità e il rating di legalità; il recupero e l’utilizzo dei beni immobili confiscati o sequestrati. Prevista poi la promozione della legalità nei settori dell’autotrasporto e del facchinaggio; gli accordi per l’implementazione dell’attività ispettiva e di controllo; le norme per la legalità nel turismo, commercio e pubblici esercizi. Rispetto a questa proposta normativa, il segretario generale Juri Rosi ha sottolineato l’esigenza di rivederne i contenuti per aggiornarli e calibrarli alle mutate situazioni di contesto e al fine di rendere le norme più efficaci, incisive e aderenti alle competenze regionali in materia e in linea con la normativa nazionale.

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