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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Castiglione del Lago

Coronavirus e fase 2, i sindaci 'di confine' del Trasimeno a Conte: "Non separateci"

Gli amministratori dell'umbra Castiglione del Lago e della toscana Chiusi si incontrano sul ponte del Torrente Tresa e lanciano un appello al premier per superare le limitazioni regionali agli spostamenti

Dopo quello lanciato da cinque sindaci dell'Alta Valle del Tevere, altri due sindaci 'di confine' lanciano un appello al premier Giuseppe Conte e chiedono di superare i limiti regionali previsti per gli spostamenti previsti dall'ultimo Dpcm del 26 aprile. Questa volta succede nella zona del lago Trasimeno e a rivolgersi al presidente del consiglio sono l'umbro Matteo Burico, primo cittadino di Castiglione del Lago, e il collega toscano Juri Bettollini, sindaco di Chiusi. Due centri vicini e legati anche se situati in regioni diverse

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L'APPELLO - "Ho incontrato il sindaco di Chiusi Juri Bettollini sul confine dei nostri comuni - ha scritto ieri (29 aprile) il castiglionese Burico -, per lanciare un appello al presidente del consiglio Giuseppe Conte. Ci siamo incontrati sul ponte del Torrente Tresa, che marca il confine tra i due Comuni insieme alle due storiche fortificazioni di “Beccati Questo e Beccati Quest’altro”, per portare all’attenzione del Governo le necessità dei territori di confine. Chiediamo al presidente Conte di tenere in considerazione le esigenze di quei municipi che condividono, di fatto, lo stesso territorio anche se posti in regioni diverse. I nostri cittadini spesso hanno in comune affetti familiari o relazioni personali, separati a poche centinaia di metri da un confine che è solo geopolitico. Mentre è possibile andare in città lontane, anche centinaia di chilometri".

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RIPARTENZA - "Chiediamo quindi una revisione della norma che vieta il superamento del confine regionale almeno per quanto riguarda i comuni di confine. Chiediamo anche che sindaci e consigli comunali siano investiti di maggiore responsabilità: decidere autonomamente l’apertura o la chiusura non solo delle aree verdi, ma anche e soprattutto delle attività commerciali dei propri territori, sempre nel rispetto di tutte le normative di sicurezza e prevenzione per il contrasto del virus. In questo modo - ha concluso Burico - aiuteremmo la ripartenza della microeconomia, un settore vitale per la sopravvivenza delle famiglie delle nostre città".

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