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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Coronavirus e crisi economica: approvata in Comune la proposta di un fondo per donne in gravidanza

Passa l'ordine del giorno presentato da Puletti (Progetto Perugia), che chiede all'amministrazione di fare 'pressing' sulla Regione. Polemica Bistocchi, capogruppo Pd: "Atto costruito male e discutibile nei contenuti"

La creazione di un fondo a sostegno delle donne in difficoltà economiche dovute al coronavirus da parte della Regione su 'pressing' del Comune di Perugia. Questo chiede l'ordine del giorno presentato dal gruppo Progetto Perugia alla II Commissione Consiliare Permanente Bilancio, presieduta da Alessio Fioroni, e approvato con 10 voti a favore (maggioranza e Maria Cristina Morbello dei 5 Stelle) e 3 astenuti (opposizione). "Le conseguenze economiche dovute al Covid-19 saranno maggiormente sentite da quelle persone che perderanno o hanno già perso il loro lavoro - ha detto il consigliere Gino Puletti (Progetto Perugia) illustrano l'atto -, spesso aggravando situazioni di sofferenza economica e sociale già presenti. In queste situazioni di sofferenza sono sovente le donne in stato di gravidanza i soggetti che, sia all’interno della famiglia o anche singolarmente, subiscono i maggiori carichi di stress psico-fisico".

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Richiamato il contenuto della Legge 22 marzo 1978 n. 194, 'Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza' e dell’art. 2 e 3 della Costituzione Italiana gli istanti propongono di impegnare l’Amministrazione "a farsi parte attiva affinché la Regione dell’Umbria costituisca con la massima urgenza un fondo di solidarietà che, oltre ai finanziamenti ordinari per il funzionamento dei consultori pervisti dall’art. 3 della L. 194/1978, venga dedicato a rimuovere quelle condizioni di sofferenza socio-economica aggravatesi con la crisi in atto, conseguente alla pandemia Covid-19, coerentemente all’art.5 della legge suddetta, quando prevede 'di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero all’interruzione della gravidanza, di metterla in grado di fare valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto', restituendo alle donne che lo vorranno quella libertà sancita dalle leggi fondamentali dello stato, di portare a compimento la propria gravidanza e vivere la maternità in piena serenità. Questo a beneficio della donna, della vita nascente e della società tutta".

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A favore dell'ordine del giorno il consigliere Massimo Pici (Perugia Civica), dubbioso solo sulla fattibilità economica della proposta, e Daniela Casaccia (Lega). Voci critiche dai consiglieri di opposizione, che si sono astenuti, con Sarah Bistocchi (capogruppo Pd) che si è detta confusa sulla posizione della maggioranza sul tema, visto che solo qualche giorno fa il centro-destra aveva respinto in IV commissione un odg del centro-sinistra simile a quello oggi in discussione. A parere della consigliera l’atto di oggi appare "costruito male e discutibile nei contenuti. Rilevo che la maggioranza ha brutalizzato in IV commissione il nostro odg ed una legge dello stato che, incredibilmente, oggi viene citata e riproposta a fondamento delle loro richieste. Non capisco quindi le finalità di questa operazione: la legge 194 del ’78 è una legge sulla libertà di scelta individuale e non può essere piegata a piacimento di questo o quel partito politico”.

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In replica Puletti ha tenuto a precisare che l’odg appare "chiarissimo nei contenuti. L’atto, con riferimento alle legge 194, va infatti in una direzione diversa da quella proposta dal centro-sinistra in IV commissione, ove si prevedeva la tutela della donna solo dopo aver provveduto all’interruzione volontaria della gravidanza. Nel caso di specie, invece, ferma e garantita la piena libertà di scelta sull’ivg, si propone di aiutare quelle donne che, per difficoltà di tipo economico, cono costrette loro malgrado ad effettuare la scelta dell’aborto. Scelta che, quindi, non diventa più libera e che, invece potrebbe cambiare ove le donne venissero sostenute economicamente".

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