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Commissioni, Nessuna resa dei conti contro l'Idv: maggioranza unita

Nel giorno delle rielezioni dei presidenti di commissione i cecchini non sono entrati in azione per mettere fine alla gestione della Prima Commissione - bilancio - di Dottorini. Aveva chiesto le dimissioni di Brega

I cecchini non sono arrivati a Palazzo Cesaroni nel giorno più politichese degli ultimi anni: ovvero la rielezione delle commissioni consiliari dopo l'aventino del Pdl che si è ritirato da tutti gli organi istituzionali.

Dopo la richiesta di dimissioni del Presidente del Consiglio regionale Eros Brega da parte anche dell'Idv c'era aria di resa dei conti soprattutto da parte dei componenti dell'area dem -  mezzi bocciani, mezzi guasticchiani – (Brega, Barberini e Smacchi) e di qualche alleato super-lealista (Psi e Carpinelli).

In molti pensavano che in prima commissione - bilancio, enti, risorse umane - sarebbe stato messo in minoranza l'ex presidente Olivero Dottorini che non aveva votato l'ufficio di presidenza tutto formato dalla maggioranza dopo le polemiche sugli arresti di Goracci e la mancata discussione sulla questione morale nel Pd.

Ma alla fine è prevalso il buon senso – la maggioranza non può permettersi un ulteriore fase di screditamento politico – e i cecchini si sono accontentati di aver fatto paura all'Idv per 48 ore. Nella votazione in seconda e terza commissione sono stati confermati i presidenti Chiacchieroni e Buconi. Dottorini non ha comunque fatto nessun passo indietro sulla questione morale a carico degli indagati Pd in consiglio regionale:  "Ribadisco che in certe situazione (avvisi di garanzia) non sarebbero opportuno mantenere certi ruoli". Il Pdl mantiene una linea dura il Pdl che comunque con la scheda bianca non ha bloccato i lavori del Consiglio.

I consiglieri di centrodestra hanno ribadito di essere mossi dalla necessità di “mettere in sicurezza le istituzioni a seguito dell'arresto del consigliere Goracci e della presenza di altri consiglieri inquisiti sia in Giunta che in Aula e, soprattutto, di voler produrre un cambio di passo rispetto al processo riformatore che dovrà consentire all'Umbria di uscire dalla crisi.

“Lavoriamo per arrivare a un bipolarismo maturo – ha spiegato il capogruppo Raffaele Nevi – dove chi vince governa e chi perde fa opposizione sempre nell'interesse dei cittadini, non secondo le logiche di questo bipolarismo 'muscolare' in cui non c'è alcun tipo di confronto ma, al contrario, uno scontro perenne e continuo in cui le forze migliori sono imprigionate in una logica di coalizione troppo vincolante, che impedisce di procedere se non c'è condivisione da parte di tutti". 

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